Imu Chiesa, correttivi nel decreto enti locali

Dopo lo stop del Consiglio di Stato

Il Sole 24 Ore
10 Ottobre 2012
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Sarà una correzione in corsa a definire una volta per tutte la tassazione Imu degli immobili della Chiesa e degli enti no profit per il 2013. Nel decreto sulle autonomie locali – in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – sarà inserita una norma di legge che “delega” il Governo a chiarire per regolamento cosa si debba intendere per «attività svolte con modalità non commerciale». Definendo finalmente in modo chiaro il perimetro delle esenzioni dall’Imu e dribblando le osservazioni del Consiglio di Stato, che proprio per una sorta di eccesso di delega aveva bocciato il decreto attuativo dell’Economia (si veda Il Sole 24 Ore del 6 e 7 ottobre).
La definizione di «modalità non commerciali» è un punto centrale per l’applicazione dell’Imu a beni ecclesiastici, fondazioni e soggetti del terzo settore, e risente di quasi dieci anni di sentenze della Cassazione e modifiche normative. L’ultima delle quali era stata introdotta con il decreto cresci-Italia di inizio anno (Dl 1/2012) per fermare una procedura comunitaria di infrazione per aiuti di Stato alle imprese. Alla luce di quest’ultima correzione, si è creato un doppio binario:
– come regola generale, l’esenzione dall’Imu è subordinata alla condizione che le attività si svolgano con modalità non commerciali;
– per il 2013, inoltre, si potrà applicare l’esenzione parziale dell’Imu agli immobili a uso promiscuo, cioè utilizzati in parte per attività commerciali e in parte per fini istituzionali.
Il regolamento bocciato dal Consiglio di Stato doveva dettare le regole per “dividere” in due ai fini dell’Imu i fabbricati a uso promiscuo, ma – con l’occasione – introduce anche una definizione di «modalità non commerciali» per lo svolgimento dell’attività. Da qui lo stop dei magistrati amministrativi.
Il Governo ha ribadito ieri la volontà di risolvere la questione entro il 1° gennaio 2013 con una «norma primaria» in grado di fare da scudo al regolamento, scegliendo il veicolo legislativo più veloce tra quelli disponibili, dato che la legge di stabilità avrebbe richiesto tempi più lunghi, mentre il decreto legge entrerà subito in vigore.

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