Il Tar: riconteggio delle schede di Cota

Piemonte. La decisione dei giudici nella notte

Il Sole 24 Ore
16 Luglio 2010
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TORINO – Il Tar del Piemonte ha accolto in parte uno dei ricorsi presentati per verificare la validità del voto di fine marzo che ha sancito la vittoria di Roberto Cota su Mercedes Bresso. Con ogni probabilità si dovranno ricontare i voti dati a due liste di sostegno del governatore Cota. Invece i ricorrenti avranno 70 giorni di tempo per presentare querela di falso sulle firma apposte in calce alla lista «Pensionati per Cota» sulla quale il Tar ha aggiornato l’udienza il 18 di novembre. E’ stato invece respinto il ricorso controlla lista «Verdi Verdi». Quindi il destino del presidente Cota, che aveva battuto la Bresso per soli 9.372 voti, resta in bilico. I giudici amministrativi erano entrati in camera di consiglio verso le 19, dopo un’udienza di oltre sei ore. Nella sede di corso Stati Uniti a Torino – presidiata da polizia, giornalisti e troupe televisive – il dibattimento è stato serrato e la decisione è arrivata dopo l’una di notte. Erano quattro i ricorsi per altrettante liste contestate (Al Centro con Scanderebech, Verdi Verdi, Consumatori con Cota e Pensionati con Cota di Michele Giovine, quest’ultima oggetto anche di un procedimento penale per presunte firme false nella presentazione delle candidature). I team legali si sono dati battaglia in punta di diritto e di giurisprudenza. Luca Procacci, avvocato del presidente Cota, ha esordito con una richiesta netta: respingere i ricorsi perché tardivi; in subordine una questione di legittimità costituzionale (proprio circa l’impugnazione tardiva del voto, considerata «grave lesione dell’elettorato attivo »). Il punto chiave: «Al centro – ha incalzato Procacci – va messo l’elettore. Cota è diventato governatore grazie ai voti diretti a lui, non con i voti di lista. Nel sistema elettorale regionale di votazione diretta del presidente conta la scelta in buona fede del cittadino nei confronti del presidente, la lista è secondaria». Di tutt’altro avviso la controparte dei ricorrenti: «La lista Giovine aveva soltanto una firma autentica, quella di Giovine – ecco gli argomenti dell’avvocato Enrico Piovano, legale dell’ex presidente Bresso -. Ventisettemila voti sono stati dati a questa lista inesistente e quindi devono essere considerati non validi. Il giudice può correggere i risultati elettorali e annullare la lista: in questo modo si avrebbero 18mila voti in più a favore di Bresso». I giudici del Tar vevano di fronte più opzioni. Se rigettano i ricorsi (perché tardivi o non accoglibili nel merito) tutto resta come adesso con Cota in sella. Oppure se accoglierli, per andare alla nomina di un commissario con l’indizione di nuove elezioni, al cambiamento della composizione del consiglio (mantenendo Cota la presidenza), fino al ribaltamento del fronte (vittoria di Bresso per differenza voti senza tornare alle urne). Invece è arrivata la scelta del riconteggio parziale di due liste in appoggio a Cota. Per tutta la giornata di ieri, e ancora in serata, pur dichiarandosi sereni e tranquilli, sia Bresso sia Cota hanno continuato a dirsele di santa ragione.

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