Un taglio netto di oltre un milione di euro ai costi dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, il parlamentino regionale le cui spese nel 2012 scenderanno da 38 milioni e 722mila euro a 37 milioni e 647mila. È uno degli ultimi provvedimenti per ridurre i costi della politica voluto dal presidente del consiglio regionale, l’ex margheritino modenese nonché premio «Forbice d’oro» (per davvero!) Matteo Richetti, un 37enne rampante che sta facendo venire più di un grattacapo al numero uno della Regione, Vasco Errani, e ai vertici del Pd locale che a Bologna e dintorni comandano un po’ ovunque. Incalzato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Richetti da quando si è seduto sulla poltrona di viale Aldo Moro ha lanciato la lotta agli sprechi della casta locale, creando non pochi imbarazzi al governatore, al potere da più di dieci anni. Se c’erano dei risparmi da fare nei costi della macchina istituzionale, è il ragionamento che fanno in molti (soprattutto nel centrosinistra), e ci sono voluti Richetti e i «grillini» per avviarli, chiedersi che cosa abbia fatto fino adesso Errani per limitare le spese è più che lecito. È stata infatti la legge regionale 13 del 2010 (approvata dopo l’insediamento del nuovo consiglio regionale con Richetti presidente dell’aula) ad avviare questa campagna di contenimento dei costi, con una serie di misure tra cui la riduzione del 10% delle indennità di carica e funzione dei consiglieri. Nel 2012 si provvederà a razionalizzare le uscite nei vari settori di competenza del-l’Assemblea legislativa: -64mila euro nei rimborsi ai consiglieri, -57mila nelle spese di rappresentanza, -35mila in quelle per il servizio automobilistico. Senza contare un taglio di 100mila euro ai fondi del Corecom e di 200mila ai servizi di informazione e di altri 400 mila alla voce «Comunicazione, documentazione, relazioni esterne e internazionali», il cui costo però resta comunque sopra il milione di euro. Il giovane Richetti però non preoccupa i potentati «democrat» emiliano-romagnoli solo sul versante prettamente istituzionale, ma anche (anzi, forse di più) su quello politico. La sua intervista di qualche giorno fa al Corriere di Bologna nella quale annuncia di aderire al progetto del sindaco di Firenze, il rottamatore, Matteo Renzi (che, per il momento, vuol tagliare più le teste della gerontocrazia del Pd, che le spese) ha acuito le sue distanze dal blocco dirigente del partito che, in Emilia-Romagna, è fedelissimo alla vulgata dalemian-bersaniana. Richetti taglia i costi della politica di questa regione rossa da sempre e il 28 ottobre sarà alla stazione Leopolda di Firenze alla convention renziana. Quanto basta per mettere in allarme più di un dirigente del Pd.
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