«Il Piano banda larga partirà entro fine anno»

Infrastrutture. Il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli: «Ci deve essere sintonia con l’intervento annunciato dall’Enel sui contatori»

Il Sole 24 Ore
15 Settembre 2015
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Il piano governativo per la banda ultralarga partirà «entro l’anno». La conferma è arrivata ieri dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Un termine temporale, ha fatto capire Giacomelli, non a caso, ma al quale si punta con decisione per far sì che «ci sia sintonia tra la partenza di questo processo e l’intervento annunciato da Enel sui contatori».
Il riferimento del sottosegretario al Mise è da una parte alla delibera Cipe del 6 agosto scorso con la quale sono stati messi a disposizione 2,2 miliardi di euro per le aree a fallimento di mercato nei cluster C e D. Dall’altro canto Giacomelli richiama all’attenzione il piano di Enel che ha deciso di introdurre i contatori intelligenti avviando la sostituzione dei vecchi apparati dal 2016 (si parla di un intervento su 33 milioni di vecchi contatori). Entro settembre, ha detto l’ad Francesco Starace nei giorni scorsi a Cernobbio, Enel conta di terminare un’analisi «molto dettagliata su oltre 20 città medie e piccole in Italia» sulla banda ultralarga «per validare l’intuizione che il nostro coinvolgimento abbatterà di molto i costi». Il gruppo elettrico ha più volte sottolineato che non vuole entrare nel mercato delle tlc, ma che si può porre come facilitatore per gli operatori (questi contatori intelligenti necessiteranno di fibra che Enel è pronta a stendere, occupandosi semplicemente della manutenzione e il resto toccherà agli operatori). 
I lavori di scavo dovrebbero partire da aprile. Le parole di Giacomelli sembrano quindi chiarire che per questo «piano molto ambizioso» e per questo «lavoro di infrastrutturazione da completare entro il 2020 come da tempistica Ue» il Governo conta (in questo caso per il cluster C e D) su Enel che a sua volta, come detto sempre da Starace, «sta dialogando con tutti» e quindi Telecom come Metroweb. 
Intanto, nell’attesa di capire come finirà la partita Metroweb in cui entro ottobre si definirà la composizione azionaria e il livello di impegno di Vodafone e Wind nel veicolo Metroweb Sviluppo, si guarda ai prossimi step del Piano governativo che ha ripreso vigore con la delibera del 6 agosto. Dovranno essere noti i risultati della consultazione di Infratel e (potrebbe avvenire contestualmente entro ottobre) le modalità con le quali si metteranno a disposizione i 2,2 miliardi. Tre le modalità: intervento diretto dello Stato, bandi a incentivo sul modello Eurosud (ma gli operatori alternativi sono critici su bandi che finora hanno ritenuto troppo a misura di Telecom) o un modello pubblico-privato con veicoli pro-investimento. 
Che nel frattempo ci si stia avvicinando sempre di più alla fase cruciale lo dimostra quello che succederà oggi al Mise, con la firma del Protocollo d’intesa per l’occupazione e la legalità con le imprese e i sindacati del settore, proprio in vista delle gare d’appalto. Rispetto di indicazioni che arriveranno dall’Autorità contro la corruzione (Anac) così per esempio anche parametri da utilizzare per le nuove assunzioni (per il 10% dovranno pescare tra i disoccupati) saranno fra i pilastri di questo protocollo. 

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