Per rilanciare la richiesta al Governo di rivedere i vincoli di finanza pubblica e gli effetti recessivi dei meccanismi attuali, i sindaci questa volta usano i numeri, individuati da Ifel (la Fondazione Anci per la finanza e l’economia locale) sulla base del quadro aggiornato offerto dai bilanci delle città maggiori. La richiesta, marchio di fabbrica della piattaforma dei sindaci elaborata nell’autunno scorso con l’elezione di Graziano Delrio alla presidenza dell’associazione, non è ovviamente quella di cancellare con un tratto di penna le regole che imbrigliano i conti comunali. I punti in discussione sono due: fissare per gli enti locali la regola aurea del pareggio di bilancio, senza costringerli ad accumulare un avanzo che serve poi a riequilibrare i conti di altri comparti pubblici, e sbloccare le risorse che in cassa ci sono ma che il Patto di stabilità nella sua versione attuale blocca prima che possano trasformarsi in pagamenti alle imprese.
Proprio la consistenza del l’arretrato ha un ruolo determinante nel rendere deflagranti gli effetti di una “liberalizzazione” degli investimenti, che naturalmente non sarebbero uguali ovunque ma in media moltiplicherebbero per quattro le possibilità dei sindaci di realizzare investimenti, fino a un aumento di oltre sei volte nel caso di Roma. Nel complesso dei Comuni, sempre secondo le stime elaborate dall’Ifel, i miliardi liberabili per gli investimenti locali sarebbero sette all’anno.
Il modello assunto a riferimento per la «regola aurea», che mostra più di una coincidenza con i dossier europei su cui lavora in queste settimane il presidente del Consiglio Mario Monti, è quello francese e tedesco. «Le regole del Patto di stabilità che dobbiamo affrontare – rimarca il presidente dell’Anci Graziano Delrio – sono solo italiane. Il risultato è che i Comuni metropolitani negli ultimi sei anni hanno versato nelle casse dello Stato 13 miliardi di euro, ma ora è arrivato il momento di rilanciare gli investimenti per contribuire allo sviluppo del Paese». Passa da qui, del resto, anche il tentativo di superare l’empasse sui pagamenti pubblici che, come ha ricordato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, sono alla base «dei drammi vissuti in questi mesi da moltissimi cittadini e imprese».
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