Il Parlamento Ue ha varato la riforma dell’agricoltura “verde”: in 7 anni all’Italia 33,4 miliardi di euro

25 Novembre 2013
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È un’agricoltura europea più verde, meno burocratica, che guarda ai giovani e un po’ più equa, quella che emerge dalla riforma della Politica agricola varata il 21 novembre scorso dal Parlamento europeo. Una riforma che tutti riconoscono anche più democratica grazie al valore aggiunto in termini di democrazia e di sintesi, portato dal Parlamento europeo. Ora saranno i ministri dell’agricoltura, il prossimo dicembre, a dare l’imprimatur alla nuova Pac che grazie all’accordo sul bilancio Ue assicurerà all’Italia nei prossimi sette anni 33,4 miliardi di euro di fondi europei, a cui si aggiungeranno quelli nazionali per un ammontare globale di almeno 52 miliardi.
“È una buona notizia”, ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari, Nunzia De Girolamo, secondo cui “questa approvazione è frutto di un lavoro intenso, condotto in modo proficuo congiuntamente con la Commissione e il Parlamento europeo, scaturita nell’accordo che tutti insieme abbiamo raggiunto lo scorso giugno”. La riforma sta infatti impegnando le istituzioni europee da quasi tre anni per l’alta posta in gioco che rappresenta non solo per gli agricoltori, ma anche per i cittadini europei preoccupati per la qualità del loro cibo e la sostenibilità dei metodi di produzione agricola. 
Alla fine, spiega il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, “abbiamo ottenuto una Pac più equa e legittima, che garantirà un migliore equilibrio tra la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente, e preparerà meglio gli agricoltori ad affrontare le sfide del futuro”. Certo – ammette De Castro rispondendo al fronte del no, formato da Verdi, Lega Nord e Fratelli d’Italia – questa non è la riforma che avremmo voluto, ma grazie alle modifiche apportate la abbiamo sostanzialmente migliorata e continueremo a farlo con la revisione del 2017, voluta dal Parlamento”.
Giovanni La Via, relatore della riforma, aggiunge: “il risultato ottenuto é merito anche del lavoro che abbiamo svolto in questi anni”. La nuova Pac sarà quindi più verde in quanto introduce pratiche agricole più rispettose dell’ambiente e quasi un terzo dei pagamenti diretti che l’Ue versa agli agricoltori saranno subordinati a misure ecologiche obbligatorie. 
La nuova Pac apre ai giovani produttori (fino a 40 anni) che si insediano per la prima volta, a cui andrà un incremento del 25% dei pagamenti Ue per i primi 25-90 ettari. L’agricoltura sarà anche più equa in quanto i finanziamenti andranno solo agli agricoltori ‘attivi’, coloro che coltivano la terra. Per la prima volta poi, le aziende che ricevono più di 150.000 euro, vedranno i loro contributi che superano tale soglia ridotti di almeno il 5%. Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, ritiene che per arrivare a questo risultato “sia stato determinante l’impegno del mondo agricolo e del Parlamento”, mentre Coldiretti chiede di definire al più presto la figura dell’agricoltura attivo per orientare e non disperdere le risorse disponibili.

(Fonte: Ansa)

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