Il nome Campi Flegrei deriva dal greco e significa “campi ardenti”, riferendosi a una vasta area vulcanica attiva situata nella zona nordoccidentale del Golfo di Napoli e caratterizzata dalla presenza di una serie di centri vulcanici situati in prossimità di un’area depressa conosciuta come caldera.
A differenza del Vesuvio, il complesso vulcanico dei Campi Flegrei risulta meno riconoscibile e apparentemente, più tranquillo. In realtà, la caldera, con un diametro di circa 12 chilometri, che si è formata a seguito due grandi eruzioni passate, rappresenta uno dei vulcani più pericolosi.
Il territorio è sottoposto a un peculiare fenomeno noto come bradisismo che comporta l’alternanza di innalzamento e abbassamento del suolo in corrispondenza dell’area calderica.
L’allerta
In questi mesi nei Campi Flegrei si stanno registrando le più forti scosse di terremoto degli ultimi 40 anni aumentando i timori per una importante eruzione. Contemporaneamente, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nell’ambito dell’attività ordinaria di monitoraggio dell’area dei Campi Flegrei, ha rilevato concentrazioni anomale di anidride carbonica in alcuni locali seminterrati e poco areati. L’aumento delle concentrazioni di questo gas, oltre a essere pericolose per la salute, può essere legato al sollevamento della caldera e quindi a un’eruzione vulcanica.
L’istituzione della zona rossa
Nello scenario sopra descritto la Prefettura ha convocato il Centro di coordinamento dei soccorsi e i Comuni dando disposizioni per monitorare gli accumuli di gas tossici negli ambienti chiusi, dotandoli di specifici rilevatori automatici di anidride carbonica con sensori di allarme. In particolare, è stata definita una zona rossa di alto rischio che ricade nei Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Napoli.
La soluzione
Il team IoT della società APKAPPA srl dopo aver studiato attentamente il territorio e le disposizioni attivate dalla Prefettura e dai Comuni ha valutato che il sistema CityBIT era la soluzione adeguata per soddisfare le richieste di monitoraggio e allerta previste.
CityBIT è l’innovativo servizio che comprende una piattaforma software e dispositivi intelligenti per il monitoraggio ambientale di parchi, aree verdi, impianti industriali, luoghi pubblici, uffici, scuole, musei, centri di aggregazione e molto altro, in grado di rilevare anidride carbonica, composti organici volatili, monossido di carbonio, ozono, biossido di azoto, anidride solforosa e molto altro.
L’azione commerciale
A seguito delle comunicazioni sui media riguardanti l’emergenza ambientale, sono stati presi contatti con gli enti situati all’interno delle zone rosse, ovvero quelle aree caratterizzate da una probabile alta concentrazione di CO2. L’obiettivo è stato quello di proporre una soluzione efficace e tempestiva per il monitoraggio della qualità dell’aria negli ambienti chiusi, fornendo agli enti strumenti concreti per garantire la sicurezza di cittadini e lavoratori.
È stato adottato un approccio proattivo che ha anticipato alcune richiede degli enti, tutelando immediatamente la sicurezza dei cittadini.
Questa iniziativa ha suscitato grande interesse tra gli Enti coinvolti, dimostrando come un approccio consulenziale, basato su tecnologie avanzate e una strategia su misura, possa rispondere in modo efficace alle criticità ambientali e contribuire alla tutela della salute pubblica.
Le attività in campo
Il primo Comune ad adottare la soluzione è stato quello di Pozzuoli: il più grande e il più critico dell’area rossa.
La gestione del progetto ha privilegiato un approccio altamente consulenziale dove, accanto alla fornitura dei dispositivi CityBIT sono state svolte attività di supporto e affiancamento agli enti per la definizione dei processi di gestione delle emergenze, l’individuazione dei luoghi da sottoporre a monitoraggio, l’installazione dei dispositivi l’interpretazione e l’analisi dei dati raccolti.
Questo approccio di accompagnamento del Comune, dall’individuazione della soluzione, al raggiungimento dell’obiettivo di monitoraggio ambientale, è stato estremamente apprezzato e ha permesso di gestire il progetto in modo condiviso anche con i cittadini, primi destinatari delle azioni di sorveglianza e protezione.
* Articolo a cura di Giovanni Bonati, Roberto Episcopo e Domenico Vernucci (APKAPPA srl – Gruppo Maggioli)
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