Il menu dei tagli, dai ministeri 4 miliardi

Legge di stabilità: dallo Stato centrale il contributo maggiore Altri 3 miliardi arriveranno dalle Regioni, dai Comuni circa 1,5

Il Messaggero
9 Ottobre 2014
Modifica zoom
100%

Un menu tutto sommato abbastanza classico, con i tagli di spesa divisi tra i vari livelli di governo, Stato centrale, Regioni e Comuni. La novità dovrebbe stare nel modo con cui questi risparmi vengono ottenuti, non più con riduzioni lineari ma attraverso i meccanismi mirati della spending review. Con tutta probabilità però questo obiettivo sarà essenzialmente solo enunciato nel testo della legge di Stabilità, che dovrà prevedere comunque già dal prossimo anno clausole di salvaguardia per garantire il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. Intanto in tema di lotta all’evasione fiscale pare sfumare l’opzione di recuperare gettito Iva con l’applicazione della cosiddetta inversione contabile ( reverse change ): ossia il versamento dell’imposta da parte di chi acquista un bene o servizio, invece che da parte del venditore, sempre nell’ambito dei soggetti Iva (nulla cambierebbe dunque per i consumatori finali). È stato lo stesso presidente del Consiglio ad annunciare lo stallo da Milano, dove partecipava al vertice europeo sull’occupazione, spiegando che la commissione europea non ha dato il proprio via libera all’operazione. L’Iva infatti viene applicata nell’area della Ue con regole definite a livello centrale, visto che le transazioni non sono limitate ad un solo Stato.

OSSIGENO AI SINDACI

Sui tagli il sacrificio più consistente dovrebbe essere richiesto alle amministrazioni centrali, ministeri ma non solo, con una quota di risparmi che potrebbe arrivare a 4 miliardi e forse anche oltre. Dal giorno di vite non verrebbero esclusi Inps e Inail, analogamente a quanto avvenuto negli anni scorsi. Già nel mese di settembre i vari dicasteri hanno fatto arrivare a Palazzo Chigi l’elenco delle possibili economie da realizzare, in particolare sulle spese di funzionamento, ma il totale è lontano dalla somma necessaria. Il principale canale di risparmio sarebbe ancora una volta la spesa per l’acquisto di beni e servizi, su cui però un intervento è già stato fatto ad aprile con il decreto Irpef (per un totale di 2,1 miliardi per quest’anno). Le nuove procedure di acquisto dovranno essere applicate almeno in parte anche da Regioni e Comuni. Per le prime si parla di un importo intorno ai 3 miliardi: una parte di queste risorse potrebbe arrivare anche dalla sanità. Più contenuto l’impegno finanziario dei Comuni, che si aggirerà sul miliardo e mezzo. Con l’altra mano però il governo concederà ai sindaci un allentamento del Patto di stabilità interno, per un importo di circa un miliardo: mossa che avrà l’effetto d premiare le amministrazioni più virtuose in vista del definitivo superamento di questo meccanismo, quando gli enti locali saranno obbligati per legge al pareggio di bilancio.

LE AGEVOLAZIONI

È ancora in definizione il capitolo relativo alla revisione delle tax expenditures, le agevolazioni fiscali: razionalizzarle potrebbe portare ad un maggior gettito di 1,5-2 miliardi. Il resto delle coperture deve ancora essere individuato. Dal lato delle esigenze da finanziare, è confermata la proroga per altri tre anni, dunque fino al 2017, delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e di quelle per l’efficienza energetica. Ma, come ha indicato il viceministro dell’Economia Morando, gradualmente l’entità dello sconto fiscale potrebbe essere ridotta. La manovra conterrà poi lo sblocco di scatti e promozioni per il comparto difesa e sicurezza e probabilmente anche per altri dipendenti pubblici. E sempre a proposito di pubblico impiego (ma al di fuori della legge di Stabilità) il ministro Marianna Madia ha fatto sapere che è stata messa a punto la tabella di equiparazione delle mansioni, decisiva per accelerare l’applicazione della mobilità prevista dal decreto sulla Pa. Infine il Tfr. Non è stata presa una decisione definitiva ma sono in corso contatti in particolare con le banche chiamate a rimpiazzare il flusso di liquidità che verrebbe meno per le piccole e medie imprese. A quali tassi verrebbero concessi questi prestiti? Si ragiona su una soglia differenziata, con spartiacque a 50 mila euro di importo.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento