Il fondo di garanzia per le opere idriche, che punta a ridurre i rischi per chi investe e chi finanzia, sarà inserito nel decreto legge ambientale che dovrebbe andare al Consiglio dei ministri di domani. Lo ha detto Erasmo D’Angelis, capo della struttura di missione per gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico a Palazzo Chigi, confermando che l’obiettivo principale del provvedimento è accelerare il piano di investimenti da 1,7 miliardi per la difesa del suolo, ma anche il miliardo di fondi Ue per le stesse finalità e 600 milioni destinati ai consorzi di bonifica. Intanto, il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Guido Bortoni, riferisce che gli investimenti del servizio idrico sono cresciuti del 4,3% lo scorso anno, dopo alcuni anni di flessione, e il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, annuncia la prossima messa a punto di un codice dei servizi pubblici locali che stabilizzi l’attuale normativa «garantendo al tempo stesso la possibilità di una evoluzione e di una crescita del settore». Obiettivi principali: ridurre la frammentazione delle gestioni, favorire la crescita dimensionale delle aziende, accelerare gli investimenti, mettere ordine nei sistemi di affidamento del servizio mantenendo ferma la bussola europea.
Il tutto accade alla presentazione del «Blue Book 2014», lo studio sul servizio idrico realizzato dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Federutility e con la partecipazione di Anea e Invitalia. Lo studio descrive uno stato di cose che ricorda le criticità di venti anni fa, quando fu varata la legge Galli di riforma del servizio idrico, pur fotografando notevoli passi avanti, soprattutto in tema di regolazione. Soprattutto, continua a pesare la frammentazione: 2mila Comuni, per un totale di sei milioni di abitanti, gestiscono il servizio in modo diretto mentre il 46% delle aziende fa appena il 3% del fatturato complessivo, pari a 7,2 miliardi. E resta da sciogliere il nodo degli investimenti: oggi siamo fermi a circa 30 euro ad abitante, mentre il fabbisogno nazionale richiederebbe di arrivare a quota 51.
Proprio per rispondere a questa sete di investimenti, il Governo si prepara a inserire la norma del decreto Ambiente sul fondo di garanzia. D’Angelis ha confermato che il fondo dovrebbe essere alimentato tramite una componente della tariffa, senza oneri per la finanza pubblica, andando a supportare gli interventi immediatamente cantierabili. «Puntiamo anche – dice D’Angelis – a trasformare le Autorità di bacino in Autorità di distretto. Inoltre introdurremo la tariffa sociale, destinata agli utenti in condizioni economiche disagiate, e presenteremo norme sulla morosità». Quanto al codice dei servizi pubblici locali, De Vincenti spiega che si cerca di invertire una tendenza rispetto a una «attività normativa caratterizzata da passi in avanti e all’indietro che, per la verità, negli ultimi due anni abbiamo cercato di stabilizzare».
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