Il federalismo scommette sullo scambio dati

In audizione, il direttore dell’Agenzia del territorio Alemanno sottolinea il peso che avranno le imposte immobiliari e l’importanza della condivisione delle informazioni centro-periferia. Intanto nulla di fatto sulla fiscalità regionale: se ne riparla il 9 dicembre in Conferenza unificata

l 2 Dicembre 2010
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Federalismo legato sempre di più alla capacità dei comuni e dello Stato di scambiarsi tra loro dati essenziali. “L’efficace implementazione del federalismo fiscale, in gran parte basato sulla devoluzione ai comuni della fiscalità immobiliare, è strettamente legata al successo dell’interscambio informativo e della cooperazione tra Agenzia ed enti territoriali”, soprattutto sugli immobili fantasma, ha sottolineato ieri il direttore dell’Agenzia del territorio, Gabriella Alemanno, nel corso di un’audizione presso la commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. “Attraverso il rafforzamento di queste collaborazioni, fondate, soprattutto, sulla condivisione di processi interamministrativi – ha spiegato Alemanno – le informazioni immobiliari gestite dall’Agenzia potranno essere utilizzate sia dalla cittadinanza che dai diversi stakeholder in modo agevole, efficace, equo ed economico e, in particolare, dai comuni per indirizzare al meglio la traduzione operativa delle proprie politiche fiscali in campo immobiliare”. Secondo il direttore dell’Agenzia del territorio, “le imposte sugli immobili, costituiranno una parte significativa del gettito degli enti locali. Considerato che l’Agenzia gestisce, appunto, i dati sul patrimonio immobiliare nazionale, registrandone le informazioni censuarie e tecniche, ma anche i relativi diritti reali, è di tutta evidenza che primaria importanza per l’efficace implementazione del federalismo fiscale è rivestita da valide forme di interscambio informativo tra l’Agenzia e gli enti locali, che rendano disponibili con tempestività ed efficacia informazioni sul patrimonio immobiliare, reciprocamente aggiornate e integrate. La conoscenza piena, tempestiva e aggiornata delle informazioni, infatti, è alla base delle scelte decisionali che dovranno essere prese, ai diversi livelli di governo, per indirizzare l’applicazione operativa delle politiche fiscali. A tal fine – ha concluso – sarà fondamentale incrementare e sviluppare le forme di collaborazione e cooperazione tra l’Agenzia e gli enti locali, all’attualità già coinvolti, sulla base di recenti disposizioni normative, nelle verifiche sugli aggiornamenti catastali e nelle attività di accertamento degli immobili mai dichiarati al catasto, ovvero sui cosiddetti immobili fantasma”.
Intanto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dà “un giudizio molto negativo” sulla bozza del decreto legislativo di attuazione del federalismo fiscale, licenziata in prima lettura dal C.d.M., che introduce un sistema di sanzioni per i Governatori che abbiano i conti in rosso. Errani la considera “incostituzionale” e tralasciando le questioni di metodo, osserva ancora: è provvedimento “lontanissimo dall’idea di federalismo. È un problema”. Poi spiega: “È incostituzionale perché realizza un intervento di tipo politico assolutamente fuori dalla Costituzione”. E poi sintetizza con una battuta: “A quando anche per il Presidente del Consiglio? Basta leggere il 118 della Costituzione”. E sempre ieri le Regioni hanno presentato le loro proposte e il Governo si è riservato di valutarle, in materia di riforma della fiscalità regionale. L’appuntamento è per il 9 dicembre, giorno in cui è stata convocata la Conferenza unificata. Un parere che rischia di essere negativo se non si affrontano prima i tagli previsti nella manovra. “Noi abbiamo presentato le nostre proposte partendo dall’insostenibilità della manovra. Abbiamo chiesto di tornare alla fiscalizzazione del trasporto pubblico locale, cancellata dalla manovra di luglio – ha detto Errani – per poter gestire un servizio fondamentale per il Paese e abbiamo chiesto – ha aggiunto – di annullare i tagli di 4 miliardi e mezzo sui trasferimenti perché c’è già la riduzione del Patto di stabilità interno”. Le Regioni, sono consapevoli delle difficoltà che sta attraversando il Paese e l’Europa, ma sono anche consapevoli che sulle questioni fondamentali non si può transigere”. Il Governo “non ha dato una risposta. Si è riservato di valutare. La nostra proposta – ha proseguito Errani – dimostra il senso di responsabilità delle Regioni. Da qui al 9 dicembre verificheremo se c’è un cambio e una risposta positiva a questa proposta sostanzialmente irrinunciabile. Le Regioni daranno, in ogni caso, il parere sul decreto legislativo che le riguarda. Un decreto sul quale hanno già formulato 15 proposte di merito. “Prendo atto che da molti mesi ormai, come Regioni, stiamo cercando un’intesa” ha anche detto il Presidente della Conferenza delle regioni. “Non c’è stata una risposta negativa” dal Governo, chiosa la Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al termine dell’incontro che si è svolto al Ministero dell’economia. “C’è spazio – ha aggiunto – per lavorare da qui al 9 dicembre”, quando, come detto, è stata convocata la Conferenza unificata.

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