Il Comune perderà 400 dipendenti

Repubblica, Bologna
6 Luglio 2010
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I tagli della manovra si abbattono su Palazzo D’Accursio e costringono il Comune a una sforbiciata di 12 milioni di euro sulle risorse per il personale nel 2011. Tradotto, si tratta di circa 400 dipendenti in meno, taglio della quota variabile del salario e blocco del turn over sia sui pensionamenti che sui contratti a tempo determinato. Una decisione che inevitabilmente si ripercuoterà anche su scuola e welfare, dove meno personale significa anche meno servizi ai cittadini. È tutto nero su bianco nella variazione al bilancio pluriennale 2011-2012 che recepisce i 20 milioni di taglio netto dei trasferimenti decisi dalla manovra del governo e li distribuisce sulle casse comunali. Per recuperare quei 20 milioni sui quali anche il Pd ha lanciato l’allarme nei giorni scorsi – cui vanno aggiunti 1,7 milioni di euro per le elezioni del prossimo anno – la giunta è costretta a mettere a dieta tutti i settori. In primis quello del personale, che guida la classifica dei tagli con 12,6 milioni di euro in meno sul 2011 e 19 milioni sul 2012 (quando il taglio dei trasferimenti salirà a 33 milioni di euro). «Ovviamente nessuno verrà licenziato» premette il direttore del settore Entrate Mauro Cammarata, «ma è chiaro che bisognerà tagliare tutti i contratti a tempo, bloccare i turn over e anche rivedere i salari, nella quota variabile». Ma il personale non è l’unico settore colpito. Si parla anche di 3,2 milioni di euro in meno per i quartieri, e di 1,4 milioni in meno sulle finanze, vale a dire sulla possibilità del Comune di accendere mutui. E poco aiuterà anche la service tax immobiliare che nel 2012 comprenderà in un unico tributo Ici (seconda casa), Irpef su affitti e seconde case e tassa di registro sulle compravendite. Ieri il Sole24Ore metteva Bologna al secondo posto come gettito procapite dell’imposta immobiliare unica, con una entrata di circa 185 milioni di euro l’anno. Ma Cammarata smorza gli entusiasmi: «Tolta l’Ici sulle seconde case, che già percepiamo, quell’imposta varrà alla fine circa 100milioni di euro, compensato però dal drastico taglio dei trasferimenti dallo Stato». Non abbastanza insomma a sanare il “buco” nelle casse comunali: «Quello purtroppo resta».

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