Bilancio del raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, prolungamento delle metropolitane, un fondo per le imprese strozzate dalla carenza di liquidità e adozione del quoziente familiare per aiutare le famiglie con redditi medio bassi. Sono i punti del piano anticrisi che il sindaco di Roma Gianni Alemanno presenterà oggi, nella forma di una lettera aperta, al Governo, alla Camera di Commercio e alla parti sociali. Misure necessarie per evitare il collasso del territorio, visto che, come ha detto lo stesso sindaco, a seguito dell’impatto della manovra economica d’agosto sui bilanci della capitale «si prefigura un 2012 drammatico». Tra minori trasferimenti statali, vincoli più stringenti del patto di stabilità, toccherà fare i conti con 450 milioni di risorse in meno. A cui va ad aggiungersi l’incognita su circa 400 milioni di trasferimenti che la Regione deve al Campidoglio. Una boccata d’ossigeno potrebbe venire dalla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, ma qui le incognite sono ancora molte (si veda articolo in basso). Il percorso che dovrà portare entro il 31 dicembre 2011 (a meno di una probabile proroga, che potrebbe essere giugno 2012) all’approvazione del bilancio di previsione 2012 pare quindi molto accidentato. Già nell’ultimo assestamento di bilancio sono state messe in atto misure per allentare lo stress atteso nel 2012. Prima di tutto l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per estinguere il mutuo Atac di 160 milioni, per alleggerire il 2012 di 20 milioni di oneri finanziari. Inoltre è prevista «a titolo cautelativo senza automatica autorizzazione» una anticipazione di cassa di Tesoreria per 300 milioni per mitigare «la contingente tensione di liquidità». «Bisogna rivedere – afferma Federico Guidi, presidente della commissione Bilancio dell’Assemblea capitolina – il Patto di stabilità. Se non cambiano i criteri la situazione è tragica: non possiamo spendere per la manutenzione ordinaria delle strade e delle scuole», come in parte si è stati costretti a fare già nell’ultimo assestamento di bilancio, per salvare i 20 milioni per la metro C. Nell’immediato i margini di manovra sul fronte delle spese del 2012 sono limitati: le uscite correnti per il 68% sono difficili da modificare perché riguardano contratti pluriennali, mutui e costo del personale. Per questo, sarà d’obbligo guardare alle entrate. «La scommessa sarà quella di stabilizzare gli incassi – spiega Alfredo Ferrari, vicepresidente Pd della commissione Bilancio –. Non è chiara ancora l’entità degli incassi della tariffa sui rifiuti e non si sa quante delle multe accertate siano state effettivamente incassate». Con l’addizionale Irpef già al massimo per ripianare il debito pregresso, e l’incognita Ici ancora da sciogliere, l’attenzione si sposta in particolare sulle tariffe. Già l’anno scorso il Campidoglio ritoccò all’insù alcune voci: dalle autorizzazioni comunali fino al commercio, dai servizi tecnici ai musei alle riprese in alcune aree della capitale. I maggiori introiti sono stati pari a 18 milioni. Ma i margini per operare sono ancora molti. Prima di tutto, è lo stesso governo che nella manovra d’agosto indica il tasso di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale come uno dei dieci parametri per individuare se un comune è virtuoso, ai fini dei sacrifici che ogni singolo ente deve effettuare per contribuire agli obiettivi di finanza pubblica. Per Roma capitale il grado di copertura grazie alle tariffe si ferma al 17% (il resto lo versa il Comune). Qualora si decidesse di alzare il livello al 100% il Campidoglio incasserebbe 150 milioni. Anche se qui entrano considerazioni di carattere politico, visto che a un anno dalle elezioni sembra improbabile un aumento troppo sensibile delle tariffe degli asili nido, della refezione scolastica e delle case di riposo. Tuttavia, ci sono le mostre, le pinacoteche e i musei che hanno per esempio una copertura da biglietto che si ferma al 3,8%.
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