I governi UE hanno autorizzato 14 Stati membri ad accelerare il processo di adozione di norme che permettono alle coppie internazionali di scegliere la legge nazionale applicabile al divorzio. Grazie alle nuove norme – ancora da approvare – le coppie potranno evitare procedimenti emotivamente e finanziariamente gravosi. È la prima volta nella storia dell’UE che i paesi fanno ricorso al meccanismo della “cooperazione rafforzata”, che consente a un gruppo di almeno nove paesi di attuare misure se tutti i 27 Stati membri non hanno raggiunto un accordo. Per ora la cooperazione rafforzata si applicherà nei 14 paesi UE partecipanti, ma gli altri paesi potranno aderirvi in qualsiasi momento.
“Quello di oggi è un voto storico. Sono orgogliosa che il Consiglio abbia coraggiosamente deciso di usare per la prima volta questo strumento legislativo. Situazioni dolorose per le coppie internazionali e i loro figli saranno presto alleviate”, ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, Commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Questo passo storico dimostra che l’UE può rispondere rapidamente ai problemi concreti dei cittadini. Collaborando, possiamo migliorare le condizioni e la certezza del diritto per le coppie internazionali che devono gestire situazioni difficili. 14 Stati membri è un buon inizio, ma spero che in futuro tutti i paesi parteciperanno, consentendo così a molti più cittadini di beneficiare delle nuove norme.”
Il processo per avviare la procedura di cooperazione rafforzata può iniziare immediatamente. I 14 paesi partecipanti (Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria) devono ora negoziare e votare la proposta della Commissione relativa a un regolamento che precisa quali norme si applicano in caso di divorzio internazionale. Le norme dovranno essere approvate all’unanimità dai 14 paesi partecipanti, che dovranno consultare il Parlamento europeo prima che il regolamento possa entrare in vigore.
La proposta mira a tutelare il coniuge più debole nei procedimenti di divorzio. Le coppie internazionali potranno scegliere di comune accordo la legge applicabile al divorzio e alla separazione personale. In mancanza di accordo delle parti, le autorità giurisdizionali disporranno di una formula comune per determinare la legge nazionale applicabile.Ciò aumenterà la certezza del diritto, la prevedibilità e la flessibilità e aiuterà a tutelare i coniugi e i figli contro procedimenti complicati, lenti e dolorosi.
La soluzione proposta sarà di aiuto ai coniugi che hanno una cittadinanza diversa oppure vivono in paesi diversi o in un paese di cui non sono cittadini. La necessità dell’azione Ue è chiara: nel 2007 i divorzi nei 27 Stati membri sono stati più di 1 milione, di cui 140 000 (13%) presentavano un elemento “internazionale”.
Il Parlamento europeo ha approvato la misura di cooperazione rafforzata il 16 giugno 2010 (IP/10/747). I ministri europei della Giustizia l’hanno autorizzata il 4 giugno (MEMO/10/236).
La Commissione aveva proposto la misura il 24 marzo 2010 (IP/10/347) su richiesta di un gruppo di nove Stati membri rimasti delusi dall’incapacità del Consiglio di portare avanti la proposta del 2006 della Commissione (la Grecia inizialmente faceva parte del gruppo ma poi si è ritirata). Da allora, altri cinque paesi – Germania, Belgio, Lettonia, Malta e Portogallo – hanno chiesto di partecipare all’azione UE (IP/10/628).
I restanti paesi, se lo vogliono, potranno partecipare in qualsiasi momento. A norma del trattato di Lisbona infatti, basta che notifichino tale intenzione al Consiglio e alla Commissione.
La cooperazione rafforzata
Ai sensi dei trattati europei, la cooperazione rafforzata consente a nove o più paesi di portare avanti una misura importante che è stata bloccata da una piccola minoranza di Stati membri. Gli altri paesi UE mantengono il diritto di parteciparvi in qualsiasi momento (articolo 331 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea).
La Commissione aveva proposto per la prima volta di aiutare le coppie internazionali nel 2006, ma il progetto non ha ricevuto il necessario sostegno unanime dei governi UE. Il regolamento proposto non incide sulla normativa nazionale in materia di divorzio o matrimonio.
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