A far crescere il gradimento medio, che arriva al 54,8% dando quindi una sufficienza piena ai sindaci, sono i nuovi eletti, come Luigi Brugnaro a Venezia che con il 62%?(quasi 9 punti in più rispetto al giorno dell’elezione) tallona Perrone («La gente vuole cose concrete – sostiene – e vuole sentire coerenza»). Ma se la luna di miele aiuta chi è arrivato da poco alla guida del Comune, è la pattuglia dei sindaci “storici” a tenere alti i livelli del consenso.
Una conferma arriva dall’analisi dei dati che accompagnano chi era già in carica nel 2011, e chiude quest’anno il proprio mandato oppure ha già ottenuto la riconferma nelle urne. In questa condizione sono 35 dei 101 sindaci misurati dal Governance Poll, e in media ottengono il 56,1% dei consensi, attestandosi quindi 1,3 punti sopra il dato generale. Oltre a Perrone, che migliora del 10,5% il proprio risultato del 2011, a trainare questa squadra è Pisapia, che con il 58,3% ottiene il proprio miglior risultato di sempre (elezioni comprese)?e sale del 7,3% rispetto a 12 mesi fa. Questi numeri, che vanno letti insieme al secondo posto appena ottenuto da Milano nell’ultima edizione delle classifiche sulla «Qualità della vita»?(pubblicata sul Sole 24 Ore del 21 dicembre)?riaccendono il dibattito a sinistra sull’«effetto-Expo», e su quale possa essere il suo miglior interprete fra il commissario Giuseppe Sala o gli esponenti della Giunta Pisapia che hanno accompagnato la città all’Esposizione universale. Un dato però è certo, ed è l’aumento del rammarico, al Nazareno e dintorni, per la mancata ricandidatura di Pisapia.
Dentro a questa tendenza generale positiva, poi, ci sono ovviamente storie individuali di perdita di consenso, che qua e là diventano veri e propri crolli. Rispetto al 2011, la caduta più evidente è quella di Luigi De Magistris, primatista quell’anno con il 70% dei consensi e oggi relegato alla casella 76 con il 50,5 per cento. Simile la dinamica crotonese di Peppino Vallone, che perde 13 punti rispetto al 2011 e condivide l’ultimo posto con Maria Rita Rossa, di Alessandria. Rossa è anche primatista in calo di consensi rispetto al giorno delle elezioni, con un meno 26%, mentre Ippazio Stefano a Taranto e Leoluca Orlando a Palermo perdono rispetto al dato elettorale poco più del 22 per cento. Basta questa rapida rassegna a mostrare che il gradimento crolla dove le città sono più “difficili”, per il contesto economico del territorio oppure, come ad Alessandria, per il dissesto del 2012 che ha imposto alla Giunta di portare avanti una cura da cavallo. Proprio per queste ragioni, Vallone non si dice sorpreso dal risultato perché «il sindaco è il parafulmine, il terminale più prossimo ai cittadini, ed è quindi quello che raccoglie le critiche maggiori quando c’è crisi».
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