Grasso non arretra: aspetto gli emendamenti

La sfida a Palazzo Madama. «Non mi faccio condizionare, la materia costituzionale non venga trattata come strumento di bassa politica»

Il Sole 24 Ore
23 Settembre 2015
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Nessuna anticipazione. Nonostante l’accordo dentro il Pd sembri sempre più vicino, Pietro Grasso non scioglie il riserbo. Il pressing di Matteo Renzi così come le accuse lanciategli ieri dall’opposizione sui tempi del dibattito non hanno modificato l’atteggiamento del presidente del Senato.
La decisione sull’ammissibilità delle proposte di modifica alla riforma costituzionale, in primis all’articolo 2 che disciplina l’elettività dei senatori, arriverà solo dopo che saranno esaminati «uno per uno» gli emendamenti presentati entro le 9 di questa mattina. I tempi del verdetto di Grasso e quindi della data di inizio delle votazioni dipenderanno anzitutto dal numero degli emendamenti. L’attenzione è concentrata soprattutto sul leghista Roberto Calderoli che in commissione Affari costituzionali ne depositò oltre 500mila costringendo i funzionari di Palazzo Madama a rinunciare a parte delle ferie per smaltirli. 
In ogni caso, al di là delle «sorprese» di Calderoli, l’intesa nel Pd è destinata ad avere un peso anche nel pronunciamento di Grasso. E lo ha confermato indirettamente lo stesso presidente del Senato ieri, in occasione del convegno sulla storia delle Costituzioni italiane, a cui ha partecipato anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi con la quale si è a lungo intrattenuto prima dell’inizio dei lavori.
«Le regole della democrazia qualificano la libertà di ciascuno di noi e vanno maneggiate con cura e cautela, misurando le parole e pensando alle future generazioni», ha ribadito Grasso, sottolineando che proprio per questo vanno letti «con ottimismo i positivi segnali di dialogo che si registrano nelle ultime ore». Grasso però ha anche richiamato le forze politiche «a non trattare la materia costituzionale come strumento di bassa politica », invitando «ad anteporre l’interesse generale a quelli particolari e personali» anche «misurando le parole». Un monito quest’ultimo indirizzato presumibilmente tanto a chi (a partire dal premier) lo attacca per non voler anticipare le proprie decisioni quanto a chi, come ieri in aula le opposizioni lo hanno preso di mira, denunciando il presunto contingentamento dei tempi del dibattito. Grasso in realtà quel che vuole ribadire è il ruolo di terzietà del Presidente, tanto verso il governo e la maggioranza, quanto nei confronti delle opposizioni. È quello che ha anche ripetuto nel faccia a faccia con il ministro Boschi.
Un vis-à-vis che certamente ha contribuito a rasserenare il clima dopo le parole di fuoco pronunciate da Renzi durante la direzione del Pd. La Boschi avrebbe infatti garantito al presidente del Senato che il governo non rinvierà la presentazione delle correzioni dopo la decisione di Grasso sull’ammissibilità degli emendamenti. In sostanza, l’accordo sull’articolo 2 ovvero sulle modalità per l’elezione dei senatori verrà presentato insieme a tutti gli altri. Una scelta che, secondo il Pd, dovrebbe agevolare la decisione del presidente del Senato. 
La convinzione è che in presenza di un’intesa su una modifica «chirurgica» dell’articolo 2 ovvero intervenendo esclusivamente sul comma 5 (il famoso «listino»), gli emendamenti sulle altre parti della norma, finalizzati a ripristinare l’elezione diretta tout court dei senatori, vengano giudicati inammissibili. L’obiettivo di Renzi è di ottenere il via libera del Senato alla riforma, prima dell’arrivo della legge di Stabilità e quindi prima del 15 ottobre. Non c’è molto tempo. Soprattutto se le opposizioni dovessero decidere di portare avanti l’ostruzionismo. Di qui il pressing del Governo che chiede al presidente del Senato di decidere il prima possibile per poter dare il via alle votazioni.

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