Il sistema di verifiche preventive, tracciato nel protocollo siglato ieri da Cantone e dal sindaco Ignazio Marino, è ritagliato sul modello già testato all’Expo, dopo le inchieste che hanno portato a galla la corruzione. E disegna un sistema di controlli molto stringente per garantire la trasparenza e la legittimità delle procedure di assegnazione dei lavori per il Giubileo (finanziati per ora con 50 milioni). Un segnale della profonda cicatrice che l’inchiesta Mafia Capitale ha lasciato sull’immagine del Campidoglio. Nessun atto del Comune relativo all’assegnazione delle opere potrà sfuggire al vaglio preventivo del presidente dell’Autorità Anticorruzione, che allo scopo si avvarrà di una speciale task force. «I controlli saranno veloci – promette Cantone – perché il tempo è pochissimo».
Le linee guida definiscono nel dettaglio i provvedimenti da far vistare a Cantone. Si parte dalle delibere a contrarre (cioè gli atti preventivi all’adozione vera e propria dei bandi di gara) fino ai bandi, ai capitolati, alla nomina dei commissari di gara e ai provvedimenti di aggiudicazione dei contratti alle imprese. Ma il setaccio dell’Anac non si fermerà alle procedure di gara. I controlli proseguiranno oltre, andando a verificare la legittimità delle eventuali varianti in corso d’opera. Un modo per sterilizzare la prassi dell’impennata dei costi dopo l’aggiudicazione delle gare. Il Comune dovrà trasmettere a Cantone le varianti che comportano un aumento di costo superiore al 5% dell’importo del contratto e anche eventuali proposte di accordi transattivi con le imprese, per la risoluzione delle controversie sorte in cantiere, oltre che eventuali provvedimenti di autotutela o di risoluzione dei contratti con i costruttori.
Di più: Marino dovrà «tempestivamente comunicare all’Autorità l’insorgere di ogni controversia giudiziale o stragiudiziale inerente i contratti pubblici affidati». Dalla rete di protezione resteranno fuori solo i piccolissimi appalti di servizi e forniture: quelli di importo inferiore a 40mila euro assegnati in via diretta dai funzionari incaricati dal Comune (responsabili del procedimento). Cantone formalmente rifiuta il ruolo di tutor: «Il nostro lavoro – ha commentato l’ex magistrato – riguarda un controllo sugli appalti che era già previsto per Expo e che il Governo ha ritenuto di estendere anche al Giubileo».
La carta sarà bandita: la comunicazione dei documenti avverrà via posta elettronica certificata. In caso di parere negativo il Campidoglio dovrà adeguarsi, modificando o sostituendo l’atto. Ma potrà anche decidere di andare avanti, presentando controdeduzioni e assumendosi la responsabilità della scelta. Un’opzione che, vista la situazione, è difficile immaginare che possa realizzarsi in concreto.
A valle della firma del protocollo con l’Anac, Marino ha anche inviato a Cantone una lettera di impegni aggiuntivi rispetto a quelli previsti dall’intesa. Nei contratti, garantisce il sindaco, saranno inserite clausole che prevedono la risoluzione del contratto in caso di mancata denuncia di fatti di corruzione da parte delle imprese oppure di rinvio a giudizio per corruzione e turbativa d’asta dei rappresentanti o dirigenti di imprese. Non solo. Tra gli impegni anche quello di invitare alle procedure il doppio degli operatori di quelli previsti dalle norme, di ridurre al massimo i margini di dicrezionalità delle commissioni giudicatrici e di aprire sull’homepage del sito del comune una sezione ad hoc sugli appalti del Giubileo.
«È quel passo di discontinuità di cultura amministrativa rispetto a quanto era accaduto nella città di Roma, con la giunta Alemanno che aveva permesso l’ingresso della criminalità organizzata nelle stanze del Campidoglio», ha attaccato il sindaco. «Noi abbiamo chiuso porte e portoni. Abbiamo un’amministrazione che è un esempio per tutto il paese». La gestione (assistita) del Giubileo sarà un buon banco di prova.
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