Arriva la finanziaria 2011 in versione «legge di stabilità» e già si annunciano modifiche all’impianto della riforma sulla contabilità che proprio quest’anno fa il suo esordio in Parlamento. La nuova scadenza è il 15 ottobre, data entro la quale il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti presenterà in Consiglio dei ministri il testo della «legge di stabilità» in versione light, così da tradurre nei saldi contabili e nel bilancio a legislazione vigente l’effetto della manovra biennale da 24,9 miliardi approvata dal parlamento alla fine di luglio. La sessione di bilancio partirà alla Camera che esaminerà legge di stabilità e bilancio a partire dalla terza settimana di ottobre. Poi toccherà al Senato. Resta il vincolo della vecchia finanziaria: durante la sessione di bilancio si sospende l’attività legislativa ordinaria, con la sola eccezione della conversione in legge dei decreti. Se nella legge di stabilità non possono essere introdotte norme “ordinamentali” resta ferma la possibilità di intervenire sui saldi, laddove se ne ravvisi la necessità (ad esempio se tra ottobre e novembre di evidenziasse uno scostamento per quel che riguarda le stime del deficit). La vera novità, per molti versi inattesa, riguarda l’intero processo che precede il varo della nuova finanziaria. Ed è su questo aspetto che si vanno concentrando le ipotesi di modifica alla legge n.196 dello scorso anno («Riforma della contabilità e finanza pubblica»). Si tratta di raccordare il corpo dei documenti programmatici sui quali il governo imposta la manovra con il «semestre europeo», una sorta di sessione di bilancio comunitaria che farà il suo esordio il prossimo 1° gennaio. Ad adeguarsi al nuovo timing sarà soprattutto la«Decisione di finanza pubblica» (il vecchio Dpef) che da quest’anno viene presentata in settembre, e che dal 2011 sarà probabilmente anticipata ad aprile. La discussione del documento si apre oggi con l’audizione del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alle Com-missioni Bilancio di Camera e Senato. Il voto del parlamento segnerà il passaggio procedurale necessario per vincolare il governo al rispetto delle linee programmatiche indicate nel documento. È lo stesso Tremonti a segnalare la novità nella premessa al Dfp presentato mercoledì scorso in Consiglio dei ministri: questo «è insieme il primo c ultimo documento del suo genere». Dal prossimo anno sarà Bruxelles a indicare gli orientamenti in base ai quali i singoli paesi costruiranno le rispettive manovre di bilancio. Ad aprile, accanto all’aggiornamento dei programmi di stabilità, dovrà essere presentato anche il piano delle riforme strutturali. La Commissione esprimerà il suo giudizio e nel mese di luglio l’Ecofin metterà a punto le raccomandazioni per ogni paese. I tecnici dell’Economia sono al lavoro per recepire tali indicazioni nella legislazione nazionale e con ogni probabilità si deciderà di concentrare proprio in aprile buona parte dei documenti programmatici: Relazione unificata economia e finanza con la prima trimestrale di cassa, cui verrà affiancato l’aggiornamento dei programma di stabilità, il «National reform program», la relazione generale sulla situazione economica del paese. Il tutto in stretto raccordo con il percorso di attuazione del federalismo fiscale.
Già al capolinea la nuova Dfp: arriva il Dpef targato Ue
TRA CONTI E SVILUPPO – I dati della finanza pubblica
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