Gestioni associate verso il rinvio al 2016

Dl «milleproroghe». Emendamento per i comuni fino a 5mila abitanti

Il Sole 24 Ore
23 Gennaio 2015
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L’obbligo che dal 1° gennaio scorso avrebbe costretto i Comuni fino a 5mila abitanti (3mila in montagna) ad allearsi per gestire in forma associata tutte le loro funzioni fondamentali è caduto in larga parte nel vuoto, e il Governo si impegna a far slittare tutto al 2016. L’emendamento, che dovrebbe essere imbarcato nella legge di conversione del «Milleproroghe», è solo l’ultimo di una storia infinita che annaspa ormai da quasi cinque anni.

L’idea delle gestioni associate per dare più efficienza alla spesa degli oltre 5mila «piccoli Comuni» italiani (più del 60% del totale) nasce infatti nel luglio 2010, quando la manovra estiva (articolo 14 del Dl 78/2010) gioca la carta dell’alleanza obbligatoria sulle «funzioni fondamentali: una serie di attività che va dal bilancio ai servizi pubblici e ai servizi sociali, dal Catasto alla pianificazione urbanistica fino alla polizia locale e alla protezione civile, escludendo solo anagrafe e stato civile. 

Dopo una girandola di proroghe, i Comuni avrebbero dovuto associarsi in Unioni o convenzioni per gestire tre funzioni entro il 1° gennaio 2013, altre tre entro il 30 giugno scorso e completare la rete dal 1° gennaio scorso, ma nei fatti non è successo quasi nulla. Sulle regole a regime, però, il Viminale ha deciso di avviare i controlli, con una circolare (si veda Il Sole 24 Ore del 15 gennaio) che ha chiesto ai Prefetti di “guidarne” l’applicazione. L’indicazione ministeriale ha però scatenato le proteste dei sindaci, stretti fra problemi applicativi e resistenze politiche, fino alla richiesta dell’ennesimo rinvio accolta ieri dal Governo in Conferenza Stato-Città. 

Sempre nella Conferenza di ieri, Governo e Comuni hanno siglato gli accordi sulle modalità di distribuzione dei tagli aggiuntivi prodotti nel 2015 dalle spending review del 2010 (ancora il Dl 78) e 2012 (il Dl 95). In pratica, si tratta di 288 milioni, che seguiranno praticamente le stesse regole utilizzate l’anno scorso, con un’estensione dei “bonus” ai Comuni coinvolti nelle calamità più recenti.

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