La politica dei gemellaggi ha una storia lunga ed illustre, su cui ogni tanto occorre riflettere per darle rinnovato impulso e maggiore aderenza alle problematiche attuali. “In passato, negli anni dell’emigrazione italiana nel mondo, i gemellaggi nascevano soprattutto tra i paesi di provenienza e quelli dove i nostri connazionali andavano a vivere per lavorare, soprattutto in Francia, Belgio, Olanda – spiega all’ADNKRONOS Emilio Verrengia, segretario generale aggiunto Aiccre – Ora la Commissione di Bruxelles privilegia i gemellaggi con altri Paesi, come i Balcani, Malta, la Croazia, la Romania. Abbiamo costruito l’Europa delle nazioni e ora, attraverso i gemellaggi, vogliamo costruire un’Europa dei popoli e cementare l’appartenenza all’Europa. Al di là dei Trattati, è importante creare un’osmosi dalla base – aggiunge – E c’è proprio questa grossa aspirazione e passione che accomuna due Comuni gemellati a creare non solo un momento di scambio amicale, ma anche culturale, di crescita sociale ed economica. Al momento i gemellaggi attivati sono oltre tremila e noi, come Aiccre, promuoviamo una serie di iniziative con i nostri enti associati: organizziamo per gli amministratori anche seminari di formazione in Italia e, due volte l’anno, all’estero – prosegue Verrengia – Incontri per far conoscere ai Comuni un’opportunità che “pesa lievemente sui bilanci degli enti locali – conclude – perchè le risorse sono per la gran parte a carico della Ue”.
Se si approfondisce minimamente la storia dei gemellaggi, si scoprono cose suggestive e curiose. Il rapporto tra gli istituti professionali specializzati nel legno e fra le segherie, ad esempio, ha spinto a gemellarsi San Giovanni al Natisone (Udine) e Kuchl (Austria). Muove i primi passi da un’amicizia tra squadre di calcio il gemellaggio tra Gattatico (Reggio Emilia) e Zierenberg (Germania); invece, i rapporti tra università hanno dato vita a quello tra Corciano (Perugia) e Pentling (Germania). Stessi settori economici di punta sono invece il motivo del gemellaggio tra Castiglione Garfagnana (Lucca) e Isola (Francia), entrambi dediti alla castanicoltura. La gallina di Polverara e il gallo de Moron sono, poi, il comun denominatore di Polverara (Padova) e Jimena (Spagna), noti appunto per le due pregiate razze ovicole. Da nord a Sud sono numerosi i Comuni italiani che hanno scelto la strada dei gemellaggi per gettare le basi di scambi culturali e anche economici. Sempre in base ai dati dell’Aiccre, che promuove i gemellaggi come motore della cittadinanza europea, i rapporti più numerosi sono quelli con la Francia (888) e la Germania (435), ma se ne contano parecchi anche con l’Austria (101), la Polonia (95), la Grecia (92), l’Ungheria (75), il Regno Unito (68) e il Belgio (55).
La passione per le biciclette ha segnato l’inizio del rapporto tra Ferrara, dove questo è mezzo più usato, e St. Etienne (Francia), patria di una delle principali fabbriche di bici in Europa. Tra Forlimpopoli (Forlì-Cesena) e Loubet (Francia) c’è di mezzo invece la cucina, perchè nella prima è nato il padre della gastronomia italiana Pellegrino Artusi, nella seconda il re degli chef. Unite fin dalla nascita, per via dello stesso nome, sono Celle Ligure (Savona) e Celle (Germania), in contatto già dagli anni ’60 ma gemellate dal 2001. Così come Colfelice (Frosinone) e Villafeliche (Spagna), omofono e quasi identico nella grafica a una frazione del Comune laziale. Carpineto romano (Roma) e Wadowice (Polonia) hanno invece stretto amicizia per lo stesso vanto di aver dato i natali a due pontefici, rispettivamente Leone XIII e Giovanni Paolo II. Il legame tra le due abbazie benedettine ha invece spianato la strada al gemellaggio tra Frassinoro (Modena) e La Chaise Dieu (Francia), mentre ragioni storiche legano indissolubilmente Nardò (Lecce) e Hof Hacarmel Atlit (Israele), gemellate dal 2007: dal primo Comune sono partiti, tra il 1943 e il 1947, migliaia di profughi ebrei diretti al secondo, dove era allestito un altro campo.
Ci sono città o paesi legati dallo stesso nome. Altri hanno la musica o la cucina per comun denominatore. Altri ancora devono la loro amicizia alla storia o, addirittura, al fato. Sono innumerevoli e talvolta curiosi i motivi che hanno spinto molti Comuni a stringere amicizia con omologhi esteri. Secondo l’Aiccre, la sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, sono oltre 3mila i gemellaggi tra i Comuni italiani e quelli di altri paesi europei. Guardando a quelli più originali, non possono non stupire rapporti nati nel segno del destino. Come quello tra Spinadesco (Cremona) e Soyons, in Francia dove, durante una festa comunale, furono lanciati in aria alcuni palloncini con dei messaggi di amicizia; uno di questi è arrivato fino alla cittadina lombarda, spingendo il sindaco a mettersi in contatto con il suo primo cittadino francese. Un copione simile anche quello che ha fatto nascere un gemellaggio tra Carisolo (Trento) e Daun, in Germania. La musica è invece il filo conduttore tra Cremona e Kazanlak (Bulgaria) visto che nella cittadina straniera si trova una fabbrica di strumenti musicali di nome, appunto, Cremona. Sulle note musicali è nato anche il gemellaggio tra Salle (Pescara), produttore di corde armoniche, e Reghin (Romania), dove vengono fabbricate invece le casse di violino. Così come il gemellaggio, nato nel 2004, tra Sochaczew (Polonia), dove è nato Federico Chopin, e Riese (Treviso), patria di Pio X, promotore della musica sacra.
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