A Roma, nello studio ministeriale in via del Collegio Romano, Giancarlo Galan si farà vedere solo due giorni alla settimana. Ma come ministro per i beni e le attività culturali esternerà ogni giorno, con interviste e dichiarazioni, anche senza aspettare la nomina a portavoce di Franco Miracco: l’ultima stoccata è stata dedicata alle maxi affissioni veneziane, che «sono una vergogna». Affermazione che trova l’immediato consenso dei tanti turisti che visitano la laguna. Nello stesso, è un bel messaggio al sindaco del Partito democratico, Giorgio Orsoni, l’uomo che ha battuto il candidato del centrodestra Renato Brunetta: Galan, senza usare mezzi termini, ha affermato che «passare per il canal Grande e vedere una sfilata di pubblicità provoca un senso di scoramento. È assolutamente necessario agire perché le maxipubblicità progressivamente spariscano e i monumenti tornino al loro aspetto». Per Galan non si tratta di fare battaglie contro gli enti pubblici ma di avviare una sorta di progettazione, prima per ridurre l’impatto della pubblicità, e poi per costruire un nuovo rapporto con gli sponsor che sia più attento alle caratteristiche della città. Galan ha parlato anche della bocciatura, da parte della Corte dei Conti, di Vittorio Sgarbi ai Civici musei veneziani. «È stato aperto un nuovo bando per la soprintendenza del polo museale, al termine del quale il ministro valuterà le candidature e le sue scelte». Sul fronte de La Fenice ha avvertito la necessità di eliminare «privilegi oggi inaccettabili» ma anche di non far venire meno «le risorse necessarie perchè il teatro vada avanti». Riguardo alla Biennale e alla Mostra del Cinema ha lodato il lavoro di Paolo Baratta e Marco Muller e su possibili loro ricandidature lascia che il Cda concluda il proprio lavoro «e poi farò le mie valutazioni». Da parte sua, poi, nessun «no» al festival del cinema di Roma: «non ho mai detto di abolirlo, ho solo detto che il ministero sosterrà la Mostra di Venezia e così sarà». Ma ieri Galan ha incassato le critiche dalla capitale, legate alle sue dichiarazioni contro la festa del cinema di Roma. Per Carlo Verdone «il festival di Venezia è un festival, quello di Roma, invece è una festa. Ha la particolarità degli incontri del pubblico con gli autori, i registi, gli attori, gli sceneggiatori. Tutto questo a Venezia non c’è». Lo ha detto l’attore-regista commentando il dibattito in corso sulla rassegna romana, annunciando le riprese a inizio estate per il nuovo film Posti in piedi in Paradiso. Verdone, a margine della presentazione del Festival del Cinema europeo di Lecce (12-16 aprile), dove insieme ai fratelli Luca e Silvia assegnerà il premio Mario Verdone ad un giovane autore del cinema italiano.
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