Tutti contro Equitalia. Sul territorio proliferano le proteste e le manifestazioni dei contribuenti nei confronti della società che gestisce la riscossione. In Puglia e Basilicata gli agricoltori chiedono una moratoria dei debiti fiscali e contributivi. Eloquente un post pubblicato sul proprio profilo Facebook dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’11 maggio scorso: «Tiene atteggiamenti intollerabili nei confronti delle aziende del Sud, praticando metodi che stanno provocando il fallimento di molte aziende agricole. Per questa ragione il Comune di Bari non intende più servirsi dei suoi servizi e invita tutti i sindaci d’Italia a fare la stessa cosa». In Sardegna solo pochi giorni fa più di 10 mila persone (prevalentemente pastori, ma anche imprenditori e commercianti) sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro le cartelle di pagamento, mostrando addirittura un cartello raffigurante una bara e la scritta «qui giacciono le partite Iva». Acque agitate anche in Friuli-Venezia Giulia e Veneto, dove già due mesi fa i trattori si sono messi in fila per protestare contro l’esecutività della prima cartella relativa alle multe sulle quote latte. Il Gruppo Equitalia risponde di non poter svolgere «l’improprio ruolo di ammortizzatore sociale», che le richieste di moratoria dovrebbero essere rivolte ad altri soggetti e che il principale (se non unico) strumento mediante il quale venire incontro ai contribuenti in difficoltà è la rateizzazione, peraltro ulteriormente estendibile per effetto del «milleproroghe» 2011, come spiegato in una nota del 27 aprile da Equitalia Etr e da un omologo comunicato di Equitalia Sardegna del 21 aprile (entrambe hanno aperto tavoli istituzionali con sindacati, imprese, Agenzia entrate e Inps per fronteggiare la crisi del comparto agricolo). disagio non nuovo manifestato già in maniera ufficiale lo scorso 12 aprile da Rete imprese Italia che ha inviato a Attilio Befera numero uno dell’Agenzia delle entrate e presidente di Equitalia, chiedendo l’apertura di Tavoli di confronto a livello territoriale dove si sono evidenziate le maggiori criticità e tensioni, possano portare un fattivo contributo alla soluzione dei tanti problemi che le imprese sono chiamate ad affrontare nella fase di una seppur timida ripresa economica. E intanto in vista della conversione alla camera del decreto legge sviluppo si guarda a introdurre delle modifiche sul rapporto debitori – Equitalia. I contribuenti dunque contestano è un modus operandi che spesso mette ulteriormente in ginocchio le imprese, privandole dei propri beni senza neanche un preavviso. «Il problema è un solo: lo Stato deve decidere se è meglio incassare un credito oppure continuare a vessare i contribuenti senza prendere assolutamente nulla», afferma Alberto Goffi, consigliere regionale in Piemonte per l’Udc e fautore di una vera e propria battaglia contro Equitalia, tanto da meritarsi il soprannome di «Robin Hood dei tartassati», «l’attuale sistema di irrogazione delle sanzioni è penalizzante e ingiusto. Gli omessi versamenti degli imprenditori onesti che dichiarano le imposte dovute e poi non versano a causa della crisi di liquidità sono messi sullo stesso piano di chi evade volontariamente le imposte. Nessuno chiede di non pagare, la gente vuole semplicemente equità». Ma le problematiche che affliggono Equitalia toccano più da vicino l’interno e i propri dipendenti con la riorganizzazione in corso. Anche i sindacati stringono in assedio, infatti i vertici di Equitalia. Dopo i primi scioperi per la categoria degli esattori per giugno è stata prevista una ulteriore giornata di sciopero nazionale con manifestazione dell’intera categoria a Roma. Quello che proprio non va giù alle sei sigle e che le ha fatte riunire in una sola lotta è l’inclusione del gruppo Equitalia e di riscossione Sicilia spa all’interno dell’elenco delle amministrazioni pubbliche con una serie di conseguenze come il blocco degli stipendi, degli avanzamenti di carriera, e del rinnovo dei contratti. Per Dir credito, Fabi, Fiba, Fisac Cgil, Snalec, Ugl e Uilca «il perdurare di tale situazione renderà inoltre pressoché impossibile al settore perseguire l’obiettivo fissato per l’anno 2011 dalla capogruppo di recuperare e fare affluire nelle casse dello stato 12 miliardi di euro di morosità». A preoccupare è l’agenda della riorganizzazione che vedrebbe la creazione delle tre strutture che vengono fuori dalle seguenti incorporazioni: Equitalia Nord si costituisce accorpando Equitalia Esatri, Equitalia Sestri, Equitalia Nomos, Equitalia Friuli V.G., Equitalia Trentino, l’ambito di Venezia e di Padova di Equitalia Polis. Equitalia Centro si costituisce accorpando Equitalia Cerit, Equitalia Emilia Nord, Equitalia Romagna, Equitalia Umbria, Equitalia Abruzzo, Equitalia Sardegna, gli ambiti provinciali di Grosseto, Livorno e Siena di Equitalia Gerit. Equitalia Sud si costituisce accorpando Equitalia Gerit, equitalia Polis, Equitalia Molise, Equitalia Basilicata e le concessioni della Calabria e della Puglia di Equitalia Etr. Infine, a meno che non si conceda l’ennesima proroga, a settembre 2011 scatterà la dead line per la procedura del discarico dei ruoli inesigibili. Una montagna di ruoli circa 400 mld che rischiano di esplodere tra agenti della riscossione e comuni.
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