Una ‘Protezione Civile’ europea “con un sistema di intervento che preveda strumenti e risorse” per salvare il patrimonio culturale in caso di calamità. Ma anche un fronte comune sul diritto d’autore e l’impegno per ridurre l’Iva sugli ebook, equiparandola a quella dei libri cartacei. A un mese dalla riunione dei ministri europei della cultura, che si terrà a Torino il 23 e il 24 settembre, Dario Franceschini annuncia all’ANSA le sue priorità.
La madre di tutte le battaglie, spiega, sarà quella di convincere la Ue a dare alla cultura il ruolo centrale che merita. Ma intanto rilancia sul fronte interno, annunciando un altro pezzo della sua rivoluzione dei musei: l’idea di una struttura pubblica “in grado di competere con i privati nella gestione di librerie e bookshop”. In Francia c’è già, da noi ci vorrà tempo, sottolinea il ministro, “perché bisogna mettere a punto uno strumento giuridico e poi dare vita ad una struttura che sia in grado di competere”.
L’obiettivo comunque è chiaro: “Non mi piace l’idea che la parte che costa sia pubblica e quella che rende privata”.
CULTURA PROTAGONISTA – “La cultura e il patrimonio culturale devono assumere il ruolo centrale che meritano nell’ambito delle politiche Ue”. Franceschini lo ha ribadito anche nella lettera inviata all’inizio del semestre di presidenza italiano a tutti i ministri della cultura. A partire dalla tutela del patrimonio, ribadisce, tanti temi vanno affrontati insieme. E allora non c’è tempo da perdere, bisogna “aumentare le competenze europee nel settore, integrarle il più possibile con il turismo, come abbiamo fatto in Italia”.
DIRITTO D’AUTORE – Il tema più caldo comunque rimane quello del diritto d’autore, e del decreto per l’equo compenso nella copia privata, che in Italia ha avuto come immediata conseguenza, insieme a polemiche e ricorsi, l’aumento del prezzo di telefoni e tablet deciso da Apple e Samsung. Franceschini tira dritto, ricorda che l’aggiornamento delle tariffe è imposto dalla legge. Ma in gioco c’è anche un principio, “il diritto d’autore va difeso in tutti i modi e spiegato ai giovani, perché è un modo per garantire la creatività”. Certo anche questo è un settore in cui si dovrà intervenire, ammette. Perché adesso al download si preferisce lo streaming. Ma il tema del copyright “non si può più affrontare in una dimensione nazionale. Le norme vanno riviste, ma in chiave europea”.
UNA PROTEZIONE CIVILE EUROPEA PER IL PATRIMONIO – Europeo, ragiona il ministro, è d’altronde anche il tema del patrimonio culturale, “che appartiene a tutti”. Da qui l’idea di una sorta di Protezione Civile Ue dei beni culturali, “con regole e dimensioni europee che possa intervenire in aiuto dei beni culturali colpiti da una calamità culturale”. Un’idea proposta in parte dai tedeschi, che Franceschini vuole portare avanti. Così come l’ERASMUS PER GIOVANI ARTISTI, un meccanismo “che aiuti artisti e giovani laureati, anche fuori dalle università, con uno scambio di residenze a livello europeo”.
EBOOK E LIBRI DI CARTA, STESSA IVA – “L’equiparazione dell’Iva tra libri e ebook è una cosa logica e di buon senso, un libro non è un supporto informatico”. E quindi bisogna “abbassare al 4% l’Iva sugli ebook equiparandola a quella dei libri cartacei”. Anche qui però si deve ragionare in termini europei: “Vorrei una posizione comune dei 28 paesi”. Tant’è, dall’Europa all’Italia i temi sono molti.
Dagli aiuti alle VECCHIE LIBRERIE (“sto ragionando su un sistema di vincoli per impedire il cambio di destinazione d’uso ma non basta, servirebbero incentivi fiscali. Ci deve pensare la politica nazionale”) fino alla possibilità di una “gestione mista pubblico privato per piccoli siti culturali che lo Stato non può gestire”, un esperimento che si tenterà, magari preferendo giovani e cooperative no profit, “garantendo in ogni caso la fruizione pubblica”, sottolinea il ministro, e “mai per grandi siti”.
E il delicato rapporto pubblico privato si tocca anche nella questione dei servizi aggiuntivi, ovvero bookshop e caffetterie di musei e aree archeologiche. In ballo al momento ci sono le linee guida per le gare d’appalto che il ministero ha affidato alla Consip (la spa del Mef per gli acquisti nella pubblica amministrazione) “per avere un meccanismo di efficienza e trasparenza nelle gare d’appalto”. Al momento, fa notare il ministro, “non c’è nessuna struttura pubblica in grado di gestire questi servizi, non abbiamo competenze né strutture”. Ma non è detto che in futuro non si possa fare, con un progetto affidato magari ad una delle società pubbliche del ministero. “Chi l’ha detto che il pubblico non può essere efficiente?”.
L’ultima parola, però, è per il tormentone dei BRONZI di RIACE che la Lombardia vorrebbe a Milano per l’EXPO. “Il dibattito è legittimo, ma la priorità è stabilire se possono essere trasportati”, fa notare Franceschini. Un parere negativo, ricorda, è già stato dato nel 2009. Lui ripartirà da zero, convocando una commissione scientifica di esperti interni ed esterni al ministero “assolutamente non influenzabili”, che dovrà decidere se possono viaggiare. “Altrimenti discutiamo a vuoto”.
(Fonte: Ansa)
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