“Avvio immediato di un confronto Governo-Anci per trovare insieme le soluzioni che consentano di definire le modalità di abolizione della Tasi. E un impegno congiunto, per garantire una informazione corretta e veritiera da parte di tutti sui dati finanziari e sul quadro generale di base”. È quanto auspica il presidente dell’Anci Piero Fassino che, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, propone l’avvio del confronto per un nuovo accordo tra Governo e Comuni, su tutte le questioni che attengono l’amministrazione dei Comuni e che ancora non hanno trovato una soluzione compiuta.
Nella missiva, Fassino ricorda che “L’Anci nelle settimane trascorse ha evitato di prendere parte al dibattito mediatico sulla Tasi. Consapevoli della complessità e delicatezza del tema, abbiamo invece richiamato la massima attenzione sull’esigenza di garantire ai Comuni la copertura integrale delle entrate che verranno abolite, condizione irrinunciabile per assicurare i servizi ai cittadini”.
Ma adesso, in vista dell’avvio del nuovo regime, sono necessarie “scelte di base necessarie e discriminanti per elaborare il nuovo assetto e per procedere rapidamente nella condivisione dei singoli aspetti di merito”.
Fassino ne elenca alcune: “corretta individuazione delle annualità di riferimento per la quantificazione dei gettiti aboliti; condivisione del totale da compensare integralmente, che a una prima stima appare non inferiore a 5 miliardi; necessità di contenere il rischio di una eccessiva pressione fiscale sugli altri immobili ed in particolare quelli produttivi; assicurare un sistema di compensazione e riequilibrio fra i Comuni che superi i meccanismo di trattenute del gettito; semplificare il rapporto con il contribuente”.
A fronte della volontà di dare nuovo impulso alla crescita, inoltre, Fassino chiede “che il 2016 sia anche l’anno del definitivo superamento del Patto di stabilità, aprendo immediatamente un confronto tecnico con l’obiettivo primario di sbloccare risorse ingenti spendibili per investimenti, oggi invece congelate dai vincoli del Patto”.
Il presidente dell’Anci ribadisce poi alcune ulteriori richieste: quella di una “valutazione del forte impatto del nuovo sistema di contabilità che i Comuni stanno responsabilmente applicando, nonché una correzione della disciplina legislativa (legge 243) relativa al pareggio di bilancio che dovrebbe trovare attuazione nel 2016, i cui profili problematici sono riconosciuti unanimamente”; e quella di “concordare che con la legge di Stabilità non ci siano ad altro titolo riduzioni di risorse in termini di tagli palesi o occulti”.
Da qui la richiesta di “un accordo fra il Governo e l’Anci, che dovrebbe riguardare anche temi come la semplificazione istituzionale per sostenere Unioni e fusioni di Comuni, la riforma del catasto, il sistema di riscossione, la riorganizzazione del sistema delle partecipate”.
Anci, Castelli: “Se si abolisce la Tasi prima casa, si superi la Local Tax”
“L’abolizione delle tasse sulla prima casa, annunciata dal Governo, impone che si fermino iniziative dirette a una riforma più generale. A oggi non mi pare ci siano i presupposti per una riforma organica che abbini la questione del rimborso e altri elementi, che potrebbero modificare il sistema delle entrate locali”. È la posizione espressa da Guido Castelli, delegato Anci alla Finanza Locale, commentando l’ipotesi che l’esecutivo decida di fermare il progetto della Local Tax, imposta destinata ad accorpare i tributi locali. “La stessa Local Tax – ricorda Castelli – tra l’altro non può non essere collegata alla riforma del catasto”. Secondo il Sindaco, va innanzitutto garantita una soluzione per i rimborsi dovuti ai Comuni in conseguenza dell’abolizione della tassazione sulla prima casa.
“Posto che il premier ha detto che il rimborso della Tasi prima casa sarà integrale, bisogna chiedere, affinché ciò si realizzi – sottolinea Castelli – almeno tre cose: il rimborso integrale non si abbini a un ulteriore taglio a carico dei Comuni; sia superata la Local Tax, cioè non siano fatte ulteriori modifiche al sistema delle entrate locali, in particolare per quanto riguarda l’addizionale comunale Irpef che deve rimanere in capo ai Comuni. Infine, affinché il rimborso legato all’abolizione delle tasse sulla prima casa sia proporzionato per tutti gli oltre 8mila Comuni italiani – conclude Castelli – non basta far riferimento al valore annuale teorico del 2015, ma è necessario fare una media sui tre anni per evitare ci sia opinabilità nella misura del rimborso stesso”.
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