Ci siamo, al netto della ribellione dei sindacati (che bocciano su tutta la linea) ovviamente: la bozza del decreto attuativo preparata dal Ministero della p.a. Marianna Madia definisce la roadmap ufficiale degli esuberi province, con scadenze, destinazioni e regole per il passaggio dei circa 20 mila esuberati pubblici in altre amministrazioni.
L’obiettivo del decreto attuativo della legge di stabilità 2015 (commi 423, 424 e 425 della legge 190/2014) è dare una scossa alle operazioni di mobilità e sgombrare il campo da ogni alibi, ma i sindacati, dicevamo, non ci stanno, e nello specifico lanciano un allarme sul “salario accessorio” considerato “a rischio“. Per il Sottosegretario alla pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, invece, questo decreto dà “certezze ai lavoratori”.
Il decreto sugli esuberi non è ancora chiuso e domani dovrebbe anche essere sottoposto al vaglio della Conferenza unificata. Delle modifiche sono quindi ancora possibili, ma intanto c’è un testo base molto dettagliato, fatto di undici articoli, più tabella allegata.
Regole: ci sono anche gli enti sanitari
La bozza conferma le destinazioni dei dipendenti provinciali, con qualche novità. Si prevede che gli esuberi province siano ricollocati prioritariamente presso regioni e comuni e che tra le amministrazioni dello stato il principale ricettore dei dipendenti provinciali sarà il Ministero della giustizia.
C’è però anche una grande novità: tra gli esuberati che potranno andare in mobilità ci sono anche i dipendenti degli enti del Servizio sanitario, che invece la circolare interministeriale della Funzione pubblica-affari regionali n. 1/2015 aveva in sostanza escluso, limitando fortemente le possibilità di ricollocazione.
Polizia provinciale e CRI
Nella bozza di decreto si segnalano anche indicazioni per la polizia provinciale (una parte sarà assorbita dalla municipale) e per i dipendenti della Croce Rossa Italiana, alle prese con un riordino.
Le varie destinazioni
Chi è già in distacco presso un’altro ufficio resterà lì. Quanto alla polizia provinciale, si dovrebbero aprire più strade, di certo una parte andrà a finire nei comuni. Coloro che si occupano di albi dell’autotrasporto verranno invece direttamente spostati nelle sedi periferiche del ministero dei Trasporti.
Come già detto, la stragrande maggioranza degli esuberi province finirà nelle regioni a prendersi alcune delle funzioni oggi svolte a livello provinciale. Il resto sarà redistribuito tra enti locali, sanità compresa. I mancanti, tra i quali rientrano anche i dipendenti CRI, verrà assorbito nella p.a. centrale, con priorità riconosciuta al ministero della Giustizia, vista la carenza di personale in cancellerie e altri uffici giudiziari.
Le tempistiche
Si partirà ovviamente con la pubblicazione in GU del decreto: da li scatterà l’orologio delle scadenze, tra cui entro un mese le domande di mobilità ed entro due mesi le liste dei posti disponibili in tutte le amministrazioni. I dati saranno online sul portale mobilita.gov.it.
Le regole stabiliscono che se qualcuno resterà fuori si andrà avanti con un’altra procedura di mobilità. Se ci sono due contendenti per lo stesso posto di lavoro, avrà la meglio chi vanta una maggiore vicinanza territoriale, chi usufruisce della legge 104 o chi ha figli sotto i tre anni.
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