È in corso da ieri in aula alla Camera la discussione generale sul
d.l. milleproroghe (numero 216 del 2011) licenziato la settimana scorsa dalle Commissioni bilancio e affari costituzionali di Montecitorio. Sono stati presentati circa 300 emendamenti per l’Aula, ma l’orientamento del governo sarebbe quello di non modificare ulteriormente il testo a Montecitorio lasciando spazi per correzioni al Senato in seconda lettura. Al momento non si dovrebbe far ricorso al voto di fiducia ma se questo dovesse servire a evitare modifiche l’esecutivo potrebbe cambiare idea. Fra i nodi da sciogliere resta quello della copertura alle modifiche alla riforma delle pensioni sui lavoratori cosiddetti esodati e i precoci. Le commissioni hanno approvato un emendamento che prevede l’aumento delle aliquote contributive per gli autonomi con una clausola di salvaguardia che stabilisce che nel caso in cui le risorse finanziarie non fossero sufficienti allora si potrà procedere anche con un aumento dei contributi che le imprese versano per gli ammortizzatori sociali. Coperture non apprezzate al Ministero del welfare. Per questa ragione non si escludono ulteriori correttivi su queste questioni durante l’iter parlamentare del provvedimento. Oggi si riunisce il comitato dei 18 per valutare le proposte di modifica presentate e la discussione generale riprenderà alle 10 e a seguire inizieranno le votazioni. Intanto si susseguono le reazioni sulle novità in materia di enti locali contenute nel provvedimento, tra le quali spicca la proroga al 30 giugno dei bilanci 2012 degli enti locali, in scadenza a marzo. “Le Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio della Camera, accogliendo il senso delle pressanti richieste di ANCI, hanno approvato un proroga di nove mesi dei termini maggiormente critici previsti dall’art. 16 della manovra estiva sui piccoli comuni ed anche dei termini, già prorogati di sei mesi nel decreto, entro i quali i comuni fino a 5.000 abitanti, devono assicurare il completamento delle disposizioni relative all’esercizio delle funzioni fondamentali (di cui all’art. 14 del d.l. 78/2010)”, afferma Mauro Guerra, Coordinatore nazionale ANCI piccoli comuni. “Si tratta di un risultato che deve ora essere confermato con l’approvazione definitiva della legge di conversione – aggiunge – e che consentirebbe a migliaia di amministratori di evitare scelte immediate che sarebbero viziate dalla irragionevole alternativa tra il disfare gestioni associate e Unioni consolidate ed efficienti e comunque non farne nascere di nuove o venire condannati all’annichilimento-cancellazione del proprio comune”. “Il rinvio concesso dalla Camera sull’articolo 16 è fondamentale per una riforma reale e seria della
governance montana, e consente di affrontare la trasformazione delle comunità montane in unioni nella carta delle autonomie senza strappi e confusioni”, fa eco Enrico Borghi, sindaco di Vogogna e presidente della commissione montagna dell’ANCI. “Da agosto dello scorso anno – osserva Borghi – da tantissimi amministratori montani si era levato il grido contro l’irragionevolezza di una misura che sfasciava l’esistente e ghettizzava i più piccoli producendo costi e inefficienze. Ora è possibile riprendere il filo del discorso di una riforma complessiva, per la quale abbiamo più volte dato la nostra concreta disponibilità”. “Sono felice che l’emendamento che ho presentato al milleproroghe per introdurre una deroga ai vincoli imposti dal patto di stabilità e permettere le assunzioni degli insegnanti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali sia stato recepito dai relatori del provvedimento e inserito nel testo che approderà in aula”, dichiara in una nota la deputata del Pdl Gabriella Giammanco. “Mi spiace contraddire le parole della senatrice Bastico, che qualche giorno fa – osserva – ha tentato di attribuire al Pd il merito di questa iniziativa, ma come esponente del Popolo della Libertà ho il dovere di ricordare che ho presentato come prima firmataria l’emendamento in questione e che da tempo lavoravo a quest’importante traguardo. Era assolutamente necessario porre fine alla drammatica paralisi di tante scuole dell’infanzia, impossibilitate ad assumere anche solo per garantire semplici supplenze. Il tutto con enormi disagi di centinaia di famiglie con i loro bambini”.
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