In cifre assolute, tra settembre e novembre, si attendono 240mila persone tra appassionati (gli “wine lovers”, competenti ed esigenti), famiglie e semplici curiosi. L’autunno è la stagione clou per il vino, ragion per cui Mtv per le domeniche di settembre e la prima domenica di ottobre ha trasformato “Cantine aperte” in “Cantine aperte in vendemmia”, dove al tour tra le botti si unisce anche un’esperienza diretta tra i filari. Forbici in mano. «È un’esperienza nuova – commenta Carlo Giovanni Pietrasanta, presidente di Mtv – che va ad arricchire la tradizionale offerta di “Cantine aperte” e sta catturando sempre di più l’attenzione delle famiglie che visitano le nostre aziende e ci chiedono di “partecipare” alla vendemmia. È chiaro che non possiamo far lavorare con noi i visitatori, ma offriamo loro la possibilità di trascorrere una giornata con chi lavora sui filari e magari addirittura di pigiare l’uva». L’enoturismo in Italia è una realtà consistente dal 1994, quando proprio intorno a “Cantine aperte” nacque il Movimento. Oggi registra circa 3 milioni di turisti l’anno, per un giro d’affari che si attesta intorno ai 4 miliardi. Il “motore” del fenomeno è lo straordinario patrimonio enologico del Bel Paese che conta 415 marchi tra Doc e Docg e una produzione annua che si attesta sui 44,4 milioni di ettolitri. «Tutte le regioni a grande tradizione vitivinicola – spiega Pietrasanta – stanno facendo particolarmente bene sul versante turismo del vino».
In Lombardia, sempre per il trimestre settembre-novembre, si attende addirittura un incremento del 35% sui visitatori rispetto all’anno scorso. Bene anche Piemonte, Veneto e Toscana, mentre al Sud si distinguono Sicilia e Puglia. Il fenomeno da noi è consistente ma, considerando i flussi mondiali, potrebbe esserlo ancora di più. Basti pensare che a livello internazionale il turismo del vino muove 20 milioni di persone e che in testa alla classifica ci sono nazioni come Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, prive del blasone di Francia e Italia, ma presidiate da aziende giovani, particolarmente spigliate col marketing. Quale leva muovere per il rilancio del settore? Pietrasanta un’idea ce l’ha: «Bisognerebbe rivedere la Legge Strade del Vino (la 268/99, ndr) così da permettere alle cantine di far pagare visite e degustazioni senza per forza diventare agriturismi, ristoranti, alberghi o bar. Insieme, occorrerebbe individuare un ministero capofila per l’enoturismo – conclude il presidente di Mtv – e attivare un tavolo di coordinamento nazionale».
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