ROMA – C’è un’amministrazione centrale dello stato che dovrà “tirare la cinghia” un po’ prima delle altre e quasi raddoppiare, entro l’anno, i risparmi sulle spese di funzionamento. Si tratta della presidenza del consiglio dei ministri, la cui autonomia contabile non è stata violata dalla manovra correttiva in via d’approvazione al Senato ma alla quale è stato invece chiesto un sacrificio aggiuntivo immediato. Gli oneri di gestione di Palazzo Chigi, al netto della protezione civile, dovranno infatti essere ridotti di circa 54 milioni in virtù del decreto 78/2010, un taglio che parte dai 700mila euro sulla dirigenza per salire ai 3 milioni sulle strutture di missione e ai 50 milioni sulle politiche sviluppate dai diversi dipartimenti. Una somma che si aggiunge al taglio di 59 milioni (-15% rispetto al 2009) già stabilito nel bilancio preventivo 2010 in applicazione della prima manovra triennale (legge 133/2008) e dal decreto anticrisi dell’estate passata (dl 78/2009). Pochi giorni dopo il varo della nuova manovra correttiva, il 9 giugno Silvio Berlusconi ha firmato il decreto di approvazione del conto consuntivo 2009 che registrava il terzo calo consecutivo delle spese per il funzionamento della presidenza: dai 318,5 milioni del 2007, ai 307 del 2008 e ai 301 dell’anno scorso. Risparmi ai quali, nel 2011 e nel 2012, si dovranno aggiungere i nuovi tagli lineari del 10% sulle politiche, che rappresentano il 76% del budget complessivo. Per capire quale sarà il punto d’arrivo occorre fare un passo indietro e ricordare che il bilancio di quest’anno era cresciuto del 22% (con spese complessive a 3,5 miliardi) a causa degli interventi messi in campo dalla protezione civile nell’Abruzzo sconvolto dal terremoto. Secondo il bilancio di previsione entro il 2012 si dovrà ridiscendere a 2,7 miliardi, con una riduzione delle spese del 16,3% l’anno prossimo e del 23,9% in quello venturo. Risparmi cui si dovranno ora aggiungere i nuovi tagli lineari per centrare un obiettivo finale che scenderà a 2,16 miliardi. Uno sforzo importante per i tecnici chiamati alla pianificazione del bilancio, ma non impossibile. Sempre dal consuntivo 2009 si scopre, infatti, che margini di manovra proprio sul-le politiche attive esistono: sempre escludendo la protezione civile l’anno scorso la capacità di spesa, vale a dire il rapporto tra risorse stanziate e quelle impegnate, s’è fermato al 62 per cento. Contando su una miglior capacità selettiva degli interventi per le politiche di settore, si potrebbe salire fino all’80%, una performance che lascerebbe una disponibilità finanziaria di oltre 800 milioni (nel 2009 era poco più di un miliardo). Nel frattempo Palazzo Chigi, come tutte le altre amministrazioni, dovrà garantire gli altri risparmi imposti dalla manovra correttiva non compresi nei nuovi tagli lineari: la riduzione dell’80% sulle consulenze del 2001 valgono 6-700mila euro; il dimezzamento delle spese per la formazione altri 400mila euro e circa 200mila euro saranno risparmiati con il taglio del 20% su taxi e auto di servizio. E a proposito di «auto blu» ieri il ministro Renato Brunetta ha presentato i nuovi dati sul monitoraggio in corso su tutte le auto di servizio della Pa. Sono circa 90mila quelle conteggiate finora e il loro costo complessivo è di 4 miliardi, una spesa che secondo il titolare di palazzo Vidoni può essere dimezzata. La rilevazione finora copre circa il 50% delle amministrazioni, esclusi i comuni minori, e si concluderà entro fine luglio.
Doppio risparmio per Palazzo Chigi
L’impatto sulla presidenza. I 54 milioni di tagli imposti dal Dl 78 si sommano ai 59 del bilancio 2010
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