Decreto Semplificazioni 2021: l’audizione dell’ANCI
Entrando nello specifico delle norme sulla semplificazione, il delegato ANCI ha posto l’accento sulla loro eccessiva settorialità di intervento. “Il decreto si concentra su semplificazioni di singoli procedimenti relativi a investimenti in determinati ambiti d’intervento: fonti rinnovabili, l’efficientamento energetico, l’economia circolare, Mezzogiorno, Edilizia scolastica, Transizione digitale e Acquisti informatici. Mentre pochi – ha osservato Pizzarotti – sono gli interventi sull’ordinaria disciplina del procedimento amministrativo, della Conferenza dei servizi o delle procedure su autorizzazioni paesaggistiche, edilizia e rigenerazione urbana che avrebbero richiesto maggiore incisività semplificatoria, come ANCI aveva proposto nelle scorse settimane”.
Vi è poi un aspetto cruciale che, secondo l’Associazione dei Comuni, inficia l’efficacia dell’impianto normativo sulle semplificazioni. “Il provvedimento sconta un’ambiguità ed un’incertezza interpretativa sulla possibilità di utilizzare alcune disposizioni di semplificazione delle procedure oltre che alle procedure relative agli investimenti finanziati in tutto o in parte dalle risorse del PNRR o del Fondo complementare, anche ad altri progetti infrastrutturali già ammessi a finanziamento con altri bandi e/o avvisi pubblici. Sono interventi che – ha osservato Pizzarotti – pure necessitano di un’accelerazione della capacità di spesa dei Comuni e delle Città Metropolitane”.
In sostanza – questa è di fatto la grande critica dell’ANCI – si crea un “doppio binario” procedurale per utilizzare le misure di semplificazione previste dal decreto solo per gli investimenti finanziati in tutto o in parte dal Recovery Plan. Con il rischio evidente di frenare il trend positivo degli investimenti pubblici, che vede i Comuni e le Città come i principali investitori pubblici con una capacità di gran lunga superiore agli altri livelli di governo, e allo stesso tempo di creare lunghi e inutili contenziosi.
Ma la criticità maggiore secondo i rappresentanti dei Comuni è legata alla “mancanza di chiarezza nella definizione delle procedure con cui verranno finanziati i progetti i cui ambiti di intervento sono di stretta competenza dei Comuni e delle Città Metropolitane”. Un quadro che porta con sé, “il concreto rischio di essere incolpevoli responsabili della mancata realizzazione delle opere se gli stessi non saranno chiamati a gestire direttamente e senza intermediazioni regionali le risorse del PNRR. Si tratta di una situazione inaccettabile tanto più che spesso i Comuni sono chiamati a rincorrere le diverse procedure previste per i bandi pubblici, inserendoli in una programmazione per la quale chiediamo – ha concluso Pizzarotti – tempistiche adeguate così da non perdere le occasioni di finanziamento che si presentano via via”.
L’audizione delle Province: “Il Parlamento intervenga con modifiche sulla governance”
Mettiamo in evidenza di seguito anche le dichiarazioni del rappresentante dell’UPI (Province), Luca Menesini, intervenuto anch’egli in audizione alla Commissioni Affari Costituzionali e Ambiente della Camera: “Questo decreto è uno dei pilastri che accompagnerà tutto il percorso di attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza ed è strategico per assicurare una partenza del processo in piena efficienza. Siamo certi che nel passaggio in Parlamento sarà possibile modificare ed integrare le lacune che presenta, nonostante il confronto tra il Governo Draghi e le istituzioni territoriali sia stato e continui ad essere incessante e pienamente collaborativo. A partire dalla ricostruzione corretta della governance, che ad oggi è riservata esclusivamente al rapporto tra Governo e Regioni, escludendo le rappresentanze delle Province e dei Comuni – istituzioni che insieme alle Regioni sono chiamate ad attuare oltre il 40% degli interventi previsti dal Piano, per una mole di investimenti che il Ministro dell’economia Daniele Franco ha quantificato in 84 miliardi”.
“Chiediamo al Parlamento di risolvere questa criticità – ha spiegato Menesini – inserendo la previsione a pieno titolo della rappresentanza delle Province, l’Unione delle Province italiane, e dei Comuni e delle Città metropolitane – l’ANCI – nella Cabina di regia secondo le medesime modalità previste per la Conferenza delle Regioni”.
Positivo il giudizio dell’UPI sulle misure per la semplificazione “su cui – ha concluso il rappresentante delle Province – proponiamo alcune integrazioni migliorative, in particolare rispetto alle Stazioni Uniche Appaltanti delle Province, dei Comuni capoluogo e delle Città metropolitane, che in trovano una importante valorizzazione ma cui deve essere riconosciuta la qualificazione di diritto e che vanno rafforzate nel personale”.
>> IL DOCUMENTO PRESENTATO IN AUDIZIONE DALL’ANCI.
>> LE OSSERVAZIONI PRESENTATE IN AUDIZIONE DALL’UPI.
>> LA VIDEOREGISTRAZIONE INTEGRALE DELLE AUDIZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI LOCALI.
>> Leggi anche Decreto Semplificazioni: il via libera in Consiglio dei ministri.
>> L’EVENTO: Forum Cantiere Innovazione.
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Il nuovo Decreto “Semplificazioni”: tutte le novità per gli appalti pubblici
Decreto Legge n. 77/2021
Corso on-line in diretta a cura di Alessandro Massari
Lunedì 28 giugno 2021, ore 9 – 13
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