Oggi nell’aula della Camera il voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 24 giugno 2016, n. 113 recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio (C. 3926-A) nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall’Assemblea.
“Chiediamo al Governo e al Parlamento di adottare misure essenziali per la stabilità e l’attività dei Comuni e delle Città metropolitane. L’esame in commissione Bilancio della Camera del decreto legge 113/2016 (Decreto Enti Locali)non ha infatti risolto questioni cruciali per la vita degli Enti Locali e su cui l’ANCI torna a insistere”. A dichiararlo è il presidente dell’ANCI Piero Fassino, rivolgendosi a Governo e Parlamento affinché in sede di esame in Aula si apportino significative integrazioni al testo del decreto.
“Ci riferiamo in primo luogo alla difficile situazione finanziaria delle Città metropolitane che, nonostante significative riduzioni di spesa e di personale, non sono in grado di garantire per il 2016 gli equilibri di bilancio e ciò per la assoluta insufficienza di risorse disponibili. Consapevole delle ristrettezze del bilancio statale, l’Anci non chiede ulteriori risorse, ma la possibilità di utilizzare quota parte dei proventi da dismissioni per garantire il rispetto dei saldi di bilancio, misura assolutamente essenziale se si vuole evitare che le Città metropolitane precipitino in una situazione di dissesto finanziario”.
“Chiediamo poi che i Comuni, che sono tenuti a precisi obblighi nel pagamento dei loro creditori, vedano a loro volta onorati i crediti che vantano nei confronti dello Stato, come ad esempio il rimborso delle spese anticipate dai Comuni per il funzionamento degli uffici giudiziari. Così come è necessario che anche per il 2015, come già è avvenuto nel 2014, si garantiscano ai Comuni compensazioni sul prelievo fiscale sui terreni montani, stimati dallo Stato in dimensione assolutamente superiore ai tributi effettivamente riscuotibili”.
“Chiediamo poi misure di semplificazione delle procedure burocratiche connesse al nuovo sistema di contabilità entrato in vigore dal 2015, in particolare per i piccoli e medi Comuni, gravati da obblighi eccessivi per strutture amministrative di ridotte dimensioni, proposte che non comportano alcun onere finanziario a carico dello Stato, ma consentirebbero ai Comuni di poter esercitare la propria attività con minor fatica e spreco di risorse. Così come abbiamo avanzato proposte di miglioramento delle normative relative ai Comuni in dissesto e predissesto. Chiediamo che sia ampliato il Fondo costituito – su proposta dell’Anci – per ridurre le penali a favore dei Comuni che estinguono anticipatamente i mutui contratti con Cassa Depositi e Prestiti, così come una norma generale che consenta la ristrutturazione delle masse debitorie più consistenti, come prevista per le Regioni. E infine chiediamo che la riduzione delle sanzioni per le Città metropolitane e i Comuni che hanno violato il Patto di stabilità riguardi anche i blocchi relativi al personale e agli investimenti”.
“Ci attendiamo insomma, da Governo e Parlamento – conclude il presidente Fassino – una adeguata attenzione al difficile lavoro dei sindaci, quotidianamente in prima linea nel gestire con rigore la cosa pubblica e nel corrispondere alle aspettative dei cittadini”.
In allegato, estratto da camera.it, un interessante specchietto riassuntivo del testo del Decreto Enti Locali dopo le modifiche in commissione Bilancio alla Camera.
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