Decreto del fare: per la p.a. due sole scadenze e indennizzo da ritardo

Il decreto del fare fissa tutte le scadenze a primo luglio e primo gennaio

19 Giugno 2013
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Anche la pubblica amministrazione non è esente dagli effetti del decreto del fare, il nuovo provvedimento emanato dal governo per rilanciare l’economia e, insieme, alleggerire il peso burocratico, rendendo più efficiente l’operato degli enti pubblici e degli uffici preposti al corretto funzionamento dell’economia.
Così, sono state introdotte due sole scadenze che, d’ora in avanti, scandiranno la vita degli enti pubblici e della regolamentazione dei loro atti: si tratta del primo luglio e del primo gennaio. Ogni sei mesi, dunque, si verificheranno gli “obblighi di raccolta, elaborazione, trasmissione, conservazione e produzione di informazioni e documenti”, nei riguardi delle pubblica amministrazione. E non è tutto: per i responsabili della trasparenza, entrati in carica seguito dell’omonimo decreto dello scorso anno, il calendario comprensivo di tutti gli atti in via di realizzazione conclusa e le relative date di riferimento.
Si passa, poi, a un altro punto fondamentale e strettamente collegato al sistema economico e della produttività: l’obbligo di indennizzo verso le imprese, che scatta, per la pubblica amministrazione, quando si verifichino ritardi nella conclusione dell’iter di efficacia di un dato procedimento e precisamente quando sarà concluso il tempo consentito per l’adozione dell’atto. Cinquanta euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro (dunque quaranta giorni): ecco quando dovrà sborsare la pubblica amministrazione tardiva nell’adozione dei provvedimenti.
Naturalmente, l’entrata in vigore di questa novità non sarà improvvisa ma graduale, e inizierà in via sperimentale per gli iter già in corso da parte di imprenditori e su aree di attività strettamente affini a quella dell’impresa che dirigono.
Novità importanti, poi, anche in riferimento alla proroga di Equitalia. Come si ricorderà, infatti, l’agente di riscossione, che concludeva il proprio mandato il prossimo 30 giugno, è stato prolungato a fine anno per la riscossione dei tributi. Ciò, per effetto di un emendamento inserito in extremis nel decreto sullo sblocco dei pagamenti della p.a. verso le imprese; secondo la formula utilizzata in tale testo, però, questa estensione temporale avrebbe dovuto riguardare essenzialmente la parte tributaria. Uno svarione del legislatore, prontamente corretto proprio nel decreto del fare che ha riportato in toto le funzioni di Equitalia a tutto il 2013,dunque anche sul comparto multe ed entrate extra.

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