Decreto del fare, il Governo Letta pone la fiducia

Confermata l’incompatibilità tra le cariche di sindaco e parlamentare nei comuni sopra i 15mila abitanti e per i sindaci eletti dopo l’estate 2011

24 Luglio 2013
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Il decreto del fare arriva alle battute conclusive del suo percorso alla Camera, in attesa di ottenere la fiducia dopo il diluvio di oltre 800 emendamenti che ne hanno reso il cammino più impervio del previsto.
La scelta è stata annunciata ieri dal Ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, che ha valutato come ineludibile il ricorso al voto blindato, visto anche l’ingorgo di decreti già in calendario tra le due Camere da qui alla pausa di ferragosto.
Si tratta della seconda occasione in cui il giovane Governo di Enrico Letta ricorre al voto di fiducia, dopo l’ok accordato dal Parlamento al provvedimento sulle emergenze ambientali.
Oggi al vaglio di Montecitorio arriverà il decreto 69/2013nella sua ultimissima versione uscita dalle Commissioni, dopo i tempi supplementari in cui sono stati inseriti alcuni importanti modifiche, tra cui, in primis, la liberalizzazione del wi-fi in reti aperte al pubblico da amministrazioni, negozi e attività commerciali.
Peccato, però, che non vada nella stessa direzione la linea del governo sulla banda larga, se si considera che sono stati tagliati ben 20 milioni al piano di diffusione della linea veloce, rispetto ai 150 messi in preventivo. Salve, invece, le reti televisive locali, che si vedono riconosciuto il plafond di 26 milioni di euro tra 2013 e 2014.
Passando, invece, a temi più strettamente economici, si può notare come sia stato evitato di estendere il tetto alle retribuzioni dei manager di Poste e Ferrovie – ossia società non quotate che svolgono servizi di interesse generale. Confermata, a livello politico, l’incompatibilità tra la carica di sindaco e parlamentare ma solo per i comuni sopra i 15mila abitanti e per quei primi cittadini eletti dopo l’estate 2011.
Cattive notizie per chi si attendeva un intervento deciso sull’Irap: il fondo per la sua riduzione è stato assottigliato di oltre 18 milioni in riferimento agli autonomi, una misura resa necessaria, secondo le informazioni ufficiali, dalle  abbondanti coperture richieste per il varo del decreto del fare.
Piccolo bonus, invece, riguardo l’imposta da bollo, che viene espunta dalle comunicazioni inerenti i piani di partecipazione in azionariato diffuso, mentre la mano del Governo è stata ben più morbida – per questa volta – sulle cooperative, che si vedranno riconosciuti bonus previdenziali e assicurativi in proporzione alla mole di prodottocurato dai soci.

I punti del decreto

Gli stipendi
Il testo del decreto cancella l’estensione del tetto di 300 mila euro agli stipendi degli amministratori delle società che svolgono servizi «di interesse generale anche di rilevanza economica» come Poste, Ferrovie dello Stato, Anas

Internet veloce
Nessuna marcia indietro nella liberalizzazione del wi-fi: un emendamento al decreto del fare, infatti, prevede lo stop all’identificazione personale degli utenti e alla tracciabilità

I fondi
Ridotti i fondi alla banda larga. Le modifiche al testo del decreto, decise nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, hanno ridotto di 20 milioni i 150 previsti dall’Agenda digitale

Debito pubblico
Se lo Stato trasferisce un immobile ad un Comune e questo lo vende, il 25% dell’incasso viene usato per abbattere il debito pubblico. Per l’Anci la norma è ambigua e potrebbe applicarsi anche agli immobili già di proprietà dei Comuni

I commissari
Nel decreto è prevista la nomina di uno o più commissari per avviare una nuova gestione dei rifiuti nella Regione Campania, già previsti e non ancora nominati. Inoltre è previsto il blocco di due anni delle importazioni dei rifiuti

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