Debiti Pa, si tratta su cinque punti

Il malessere delle imprese. I principali nodi: «pro soluto», estensione delle compensazioni, entità e termini della certificazione

Il Sole 24 Ore
18 Maggio 2012
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A piccoli passi verso l’intesa sui debiti della Pubblica amministrazione. L’incontro tecnico che si è svolto ieri al Tesoro, con i rappresentanti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative e Abi, non ha portato alla chiusura del cerchio e restano almeno cinque i punti critici su cui prosegue il confronto. Un nuovo incontro si svolgerà questa mattina mentre martedì prossimo potrebbe arrivare la firma e l’annuncio ufficiale vincolati comunque anche alle ultime valutazioni di Bankitalia e al via libera dei presidenti delle varie associazione atteso per lunedì.
Resta il nodo dell’anticipo da parte delle banche con la modalità “pro solvendo”. Il governo metterà a disposizione la copertura del Fondo di garanzia Pmi, ma per le imprese non basta: imprescindibile la possibilità di sbloccare almeno una parte dei pagamenti con la modalità del “pro soluto” (in questo caso va garantita la sola sussistenza e validità del credito e non, in aggiunta, la solvibilità del debitore ceduto). Sul tavolo anche i limiti alle compensazioni dei crediti maturati con Regioni, enti locali e strutture sanitarie: oltre ai debiti con lo Stato iscritti a ruolo, le aziende chiedono l’apertura anche ai debiti contributivi e assicurativi. Su questi due punti – pro soluto e compensazioni – sarebbero state fatte almeno parziali aperture.
Posizioni ancora distanti sull’entità del credito da indicare nella certificazione: se al lordo, come chiedono le imprese, o al netto della compensazione. Sempre sulla certificazione, da Confartigianato arrivano critiche sulla non utilizzabilità ai fini di azioni esecutive nei confronti della Pa. Problematica anche l’indicazione del termine di pagamento che potrebbe saltare nel caso di ente locale in dissesto o di Regione sottoposta a piano di rientro da deficit sanitario. Si cerca poi di abbreviare i tempi burocratici: potrà scattare anche la nomina di un commissario ad acta da parte della Ragioneria se l’amministrazione non risponde entro 60 giorni alla richiesta di rimborso.
Risolti tutti i nodi relativi ai quattro decreti (tre del Mef e uno di Sviluppo economico), l’Abi e i rappresentanti delle imprese dovranno firmare il protocollo per far partire il meccanismo. In rampa di lancio c’è anche un secondo testo, che istituisce un plafond per finanziare progetti di investimento delle Pmi. I due protocolli potrebbero richiedere solo piccoli ritocchi alla luce dei nuovi incontri in programma. Secondo la bozza, il plafond “Crediti Pa” avrà un «ammontare minimo pari a 10 miliardi di euro». L’accordo avrà valore per le domande presentate entro il 31 dicembre 2012, con la possibilità di una proroga e di un rifinanziamento (ufficiosamente nelle settimane scorse si è parlato di altri 10 miliardi in due tranche da 5 ciascuna).
Anche il secondo protocollo Abi, sul plafond “Progetti Investimenti Italia”, prevede «un ammontare minimo pari a 10 miliardi». Finanziabili gli investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività d’impresa, diversi da quelli alla cui produzione o scambio è diretta l’attività d’impresa stessa».

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Fisco, credito difficile, burocrazia ipertrofica possono essere una miscela esplosiva quando la crisi dell’economia reale morde e la ripresa della domanda interna appare ancora lontana. Il Sole 24 Ore ha avviato un’inchiesta (si veda l’edizione di sabato 5 maggio) sui principali nodi di un sistema che troppo spesso costringe le imprese con le spalle al muro. Facendone crescere il malessere, fino ai livelli di guardia.E in qualche caso (imprenditori che si tolgono la vita o clamorose proteste) anche oltre i livelli di guardia

1 Crediti con la Pa
2 Crediti fiscali
3 Credit crunch
4 Autorizzazioni e burocrazia
5 Pressione fiscale
6 Obblighi fiscali
7 Riscossione e controlli
8 Imu sui capannoni
9 Tempi dei procedimenti civili
10 Mercato del lavoro e cuneo fiscale

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