Con la modifica approvata ieri mattina al disegno di legge, la città metropolitana di Roma non si allargherà per comprendere anche i territori dei comuni limitrofi, ma finirà per coincidere in tutto e per tutto ai confini del comune della Capitale.
La proposta di correzione va a modificare i primi due commi dell’articolo 2, dove vengono poste le basi per le nascenti città metropolitane, organo che dovrebbe finire per assorbire alcune funzioni delle morenti istituzioni provinciali. Nella fattispecie, si va a cancellare dalla legge in via di analisi a Montecitorio, la previsione secondo cui “La città metropolitana di Roma, in ragione dello stato di capitale riconosciuto alla città dall’articolo 114 della Costituzione, è regolata dalla disciplina speciale di cui al capo IV della presente legge”.
L’emendamento arrivato in Commissione porta la firma dei deputati Bressa e Centemero, rispettivamente aderenti ai gruppi parlamentari del Partito democratico e di Pdl – Forza Italia. La modifica sancisce anche che le regioni potranno opporsi a ridefinizioni dei confini delle città metropolitane che stabiliranno i comuni, con il Governo che dovrà fungere da mediatore in caso di dissidi.
Quindi, il correttivo posto dai due rappresentanti ora agli antipodi, dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza che sostiene il Governo, interviene anche all’articolo 16 del Capo IV, specificamente dedicato alla città metropolitana di Roma Capitale. Tanto è vero che lo stesso Bressa ha già presentato un più approfondito emendamento volto a modificare proprio questa ulteriore previsione sul destino della città metropolitana di Roma.
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