D.d.l. Delrio in Senato, il governo metterà la fiducia

Dalle 9.30 le votazioni “sul testo uscito ieri dalla Commissione, con qualche piccolo ritocco su aspetti non fondamentali” (relatore Russo). Tweet di Renzi di buon’ora: oggi giornata importante per le province

26 Marzo 2014
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“Oggi giornata importante per le Province”, con il d.d.l. Delrio al voto in Aula al Senato, “e riunione chiave stasera su Senato e Regioni. Stamani nelle scuole, destinazione Calabria, Scalea”. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi su Twitter riassume così l’agenda della giornata che lo attende, sottolineando l’appuntamento cruciale in serata con l’assemblea dei gruppi del Partito democratico sulla riforma costituzionale del bicameralismo e del Titolo V.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi pochi minuti fa per autorizzare l’apposizione della questione di fiducia sul d.d.l. province, il cui esame è in corso al Senato. In mattinata la Commissione bilancio del Senato vota il parere condizionato ex art. 81 della Costituzione che dovrà essere recepito nel maxiemendamento su cui il governo potrà porre la fiducia: un articolo unico con 151 commi. L’esame del provvedimento potrebbe concludersi in giornata.

“Se passa la nostra proposta sulle province 3.000 politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani. La volta buona”. Così Matteo Renzi su twitter in vista dell’approvazione al Senato del disegno di legge costituzionale sulle province.

La fiducia che il Governo intende porre sul provvedimento sarà “sul testo uscito dalla Commissione, può essere con qualche piccolo ritocco su aspetti non fondamentali”. Così il relatore, Francesco Russo (Pd) interpellato su quale sarà il testo sul quale il Governo porrebbe la fiducia.
Per Russo, dunque, non si tornerà al testo arrivato dalla Camera ma si punta a confermare e far approvare dall’Aula il testo uscito ieri dalla Commissione affari costituzionali. Le modifiche potrebbero riguardare, ad esempio, i punti su cui ieri la maggioranza è andata sotto in Commissione.
Il provvedimento tornerà quindi all’esame di Montecitorio. L’Aula del Senato si riunisce alle 9.30 per avviare le votazioni.

Governo battuto due volte ieri in Commissione affari costituzionali
Ieri il provvedimento è entrato in aula come previsto, sbarcando a Palazzo Madama nel primo pomeriggio. Le premesse, però, per il governo sono state tutt’altro che incoraggianti.
A dare il benvenuto al provvedimento, infatti, una pregiudiziale di costituzionalità a firma MoVimento 5 Stelle che non è passata per soli quattro voti di scarto: 112 i sì, 115 i no alla questione mossa dai grillini. Insomma, un avvio col brivido, se pensiamo anche agli oltre 3mila emendamenti che hanno soverchiato il testo approvato alla Camera. Qui, in due votazioni, la maggioranza si è fatta scavalcare per un’assenza tutt’altro che secondaria: quella del senatore Mario Mauro, del gruppo “Per l’Italia”. Opinioni alimentate dalle dichiarazioni a caldo dello stesso Mauro, che ha sottolineato come il d.d.l. Delrio avrebbe dei “limiti di costituzionalità” e non garantirebbe alcun miglioramento dei costi. Rilievi, peraltro, già mossi dalla Corte dei conti nei mesi scorsi. 

A causa dell’assenza di Mauro il governo è andato sotto su due emendamenti al d.d.l. di riforma delle province in discussione presso la Commissione affari costituzionali al Senato: in particolare, è stato approvato un emendamento dell’opposizione che restituisce alle province la competenza sull’edilizia scolastica, poi è stato bocciato un emendamento del relatore relativo all’indennità del presidente di provincia, che non dovrebbero percepire un tetto..

Non solo svuotamento, ma abolizione vera e propria
A quanto si apprende da fonti parlamentari, maggioranza ed opposizione avrebbero raggiunto un accordo per chiedere la calendarizzazione urgente di un nuovo d.d.l. costituzionale per l’abolizione delle province. Il nuovo d.d.l., secondo quanto riferiscono fonti del M5S, prevede la soppressione tout court della parola “provincia” dalla Costituzione. Il testo farebbe riferimento a quello depositato dai parlamentari cinque stelle Vito Crimi al Senato e Danilo Toninelli alla Camera.

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