Dopo oltre due mesi in naftalina il disegno di legge concorrenza prova lo sprint. Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 febbraio ma non ancora giunto all’esame delle commissioni parlamentari, sarà esaminato come collegato al Def (Documento di economia e finanza). Ieri la commissione Bilancio della Camera ha approvato il parere favorevole alla corsia accelerata, che dovrebbe consentire di recuperare almeno una parte del tempo perduto.
Una novità commentata ieri in senso positivo dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, dal presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella e dal direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, presenti a un convegno organizzato dall’Autorità concorrenza.
Guidi ha ribadito l’auspicio che in Parlamento si possano recuperare alcune misure stralciate in extremis dalle bozze iniziali, compresa la possibilità anche per parafarmacie e corner dei Gdo di vendere farmaci di fascia C con ricetta. Guidi non ha nascosto che il testo finale varato dal consiglio dei ministri sia stato frutto di più di un compromesso presentandosi alla fine in forma ridimensionata. Tanti i capitoli persi per strada: super-Scia per le attività di impresa, concessioni, trasporto pubblico locale, porti, prezzi dei libri. «Alla fine – per Guidi – abbiamo comunque portato a casa un provvedimento che, nonostante esistesse un obbligo di legge già dal 2009, non aveva mai visto la luce. E la scelta del disegno di legge ci ha permesso di varare un testo con un’organicità e un’ampiezza che non avremmo raggiunto con un decreto legge».
Anche per Confindustria è un merito innegabile aver sdoganato un provvedimento che era ormai diventato un tabù. «Diversi i punti positivi del Ddl – sottolinea il dg dell’associazione degli industriali Marcella Panucci – «soprattutto dove affronta il nodo delle riserve legali di attività». «Qualche perplessità devo invece esprimerla sulla norma che cancella l’obbligatorietà dell’atto notarile per compravendite di immobili ad uso non abitativo sotto i 100mila euro. Attribuire questa possibilità anche agli avvocati rischia di non portare né alla semplificazione né alla riduzione dei costi che si vorrebbero raggiungere. Obiettivi si potrebbero conseguire magari con un aumento del numero dei notai sul mercato».
Ma nel disegno di legge spicca ancora quello che non c’è. «Il tema che manca e va affrontato – prosegue Panucci -è quello sui servizi pubblici locali e le società partecipate: ci auguriamo che il Parlamento possa integrare il testo con norme forti ed efficaci per arrivare a dismettere società in perdita che sottraggono quote di mercato ai privati». Confindustria – ha ricordato il dg – «ha contestato e criticato l’esito referendario sui servizi pubblici locali e le società partecipate, ci sono tutti i presupposti per ripensare l’esito del referendum».
Opinione condivisa anche dall’Antitrust, da cui è partita la segnalazione che ha ispirato la legge annuale per la concorrenza. «Tra le prossime priorità – incalza Pitruzzella – c’è di sicuro la riforma dei servizi pubblici locali e un intervento radicale sulle società miste. Bisogna recuperare questo capitolo».
Alcune indicazioni su possibili integrazioni al pacchetto concorrenza sono contenute anche nel Pnr (Programma nazionale di riforma) che proprio ieri il governo ha inviato alla Commissione europea nell’ambito del Def. Il Pnr contiene innanzitutto l’impegno a presentare la prossima legge per la concorrenza a dicembre 2015. Ma si sofferma anche su un intervento preciso – la riduzione delle Authority portuali – che potrebbe entrare nel ddl nel corso dell’iter parlamentare o trovare spazio in altri provvedimenti. Anche le misure per il noleggio con conducenti, per servizi come quello di Uber, potrebbero essere ripescate. E il tema potrebbe riemergere subito dopo l’avvio dell’Expo, una volta scongiurata una clamorosa protesta dei taxi che finirebbe per macchiare il debutto della kermesse.
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