Da gennaio debutta il nuovo Isee a due corsie

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Il Sole 24 Ore
13 Novembre 2014
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Il nuovo Isee sarà in vigore dal 1° gennaio 2015. Lo conferma il ministero del Lavoro, annunciando che la pubblicazione del decreto avverrà lunedì 17 novembre, permettendo così il decorso dei 45 giorni necessari per l’effettiva operatività della misura.

«Il nuovo Isee – spiega il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – ci permetterà di identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendoci di contrastrare le pratiche elusive ed evasive».

Il nuovo indicatore della situazione economica equivalente sarà calcolato tenendo conto anche dei redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di impresa, dei redditi esenti e di assegni al nucleo familiare pensioni di invalidità, assegni sociali, indennità di accompagnamento eccetera. Inoltre, tra i parametri conterà la componente patrimoniale, la prestazione agevolata richiesta e la tipologia di famiglia (numero di figli, presenza di persone con disabilità).

«Dotarsi di questo strumento – sottolinea il ministro Poletti – è ancora più importante in una fase storica come quella attuale, con il prolungarsi delle difficoltà economiche delle famiglie e la necessità di mantenere un controllo rigoroso della finanza pubblica».

Il calcolo, dunque, si fa personalizzato per “pesare” con maggiore precisione la ricchezza delle famiglie. A questo si aggiunge anche un rafforzamento dei controlli: con il nuovo sistema solo una parte dei dati utili per il calcolo sarà autocertificata. I dati più importanti (come reddito complessivo) saranno estratti direttamente dagli archivi dell’Inps e dell’agenzia delle Entrate.

Tra i parametri utilizzati fino ad ora per il calcolo dell’Isee c’era anche quello del saldo del conto corrente, ma i “furbetti” che svuotavano i conti a fine anno per risultare più “poveri” hanno indotto l’amministrazione a richiedere, da gennaio, anche la giacenza media annua, che dovrà essere indicata dal contribuente nella dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) necessaria per ottenere l’Isee.

A proposito della dichiarazione, il decreto firmato dal ministro introduce anche una ulteriore novità: è infatti prevista una Dsu “mini”, ossia semplificata, da utilizzare nella gran parte delle situazioni ordinarie. La Dsu standard, invece, andrà utilizzata solo in alcuni casi (richiesta di prestazioni universitarie quando lo studente non è nel nucleo familiare di origine o richiesta di prestazioni socio-sanitarie da parte di nuclei con familiari non autosufficienti). È, poi, prevista la possibilità di aggiornare l’Isee in caso di diminuzione del reddito di almeno il 25 per cento.

Se sul fronte dei redditi sono previsti alcuni abbattimenti (per i lavoratori dipendenti, per l’affitto e per i costi sostenuti da persone con disabilità), sul fronte immobiliare invece viene valorizzato il patrimonio: il valore degli immobili posseduti viene infatti rivalutato ai fini Imu (e non Ici, come in precedenza); viene ridotta la franchigia sulla componente mobiliare e viene preso in considerazione anche il patrimonio all’estero.

Per ricevere l’Isee bisognerà trasmettere la Dsu all’Inps o all’ente che eroga il servizio richiesto: in dieci giorni – dopo l’acquisizione dei dati dell’anagrafe tributaria – l’Inps fornirà l’indicatore attraverso il suo sito internet o la posta elettronica certificata dal richiedente, che potrà a quel punto utilizzarlo per richiedere la prestazione agevolata.

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