Gianclaudio Bressa è sottosegretario agli Affari regionali, e rappresenta insieme alla Funzione pubblica le due componenti del Governo in prima linea nella spinta governativa alla riforma delle Province, in quella strategia di «maggiore centralizzazione» nell’attuazione della Delrio evocata nei giorni scorsi anche dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. Dopo mesi di stasi, qualcosa si sta muovendo anche a livello regionale: la strada della redistribuzione delle funzioni ex provinciali è stata aperta dalla Toscana e battuta anche da Liguria e Umbria, e la macchina è avviata per esempio anche in Piemonte, Emilia Romagna e Abruzzo.
Non mancano però i casi ancora problematici, in particolare quando la Regione è interessata dal voto di fine maggio con la sospensione delle attività che questo comporta: un esempio per tutti è quello del Veneto, che oltre al ricorso sulla Delrio respinto dalla Corte costituzionale ha chiamato in causa la Consulta anche sulla legge di stabilità. «Le Province – sottolinea Bressa – non dovranno comunque farsi carico di spese che non sono più di loro competenza, e sono chiamate a individuare il personale in soprannumero per avviare la mobilità. Le risorse umane necessarie a svolgere le funzioni fondamentali, invece, sono garantite, e lo dimostrano i numeri della distribuzione dei tagli chiesti dalla manovra, che abbiamo effettuato proprio in base ai fabbisogni e ai costi efficienti delle attività rimaste alle Province e alle Città metropolitane».
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