Correttivo nuovo codice appalti: il parere del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha reso il parere sul decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici: il testo del parere e il comunicato stampa

31 Marzo 2017
Modifica zoom
100%
Il Consiglio di Stato ha reso nella giornata di ieri il parere sul decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici (Codice Appalti) in vigore dal 19 aprile 2016, che dovrà essere approvato entro il 19 aprile 2017. Si tratta del diciottesimo dei pareri resi dal Consiglio di Stato sulla riforma degli appalti pubblici, nell’arco di un anno. Il Consiglio di Stato era stato investito della richiesta di parere sul decreto correttivo l’8 marzo 2017.

>> CONSULTA IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO – COMMISSIONE SPECIALE 30 MARZO 2017, n. 782.

Come si può leggere nel comunicato stampa redatto dal Segretariato generale della giustizia amministrativa, “Il 15 luglio scorso, con un avviso di rettifica, erano stati già corretti dal Governo oltre 180 errori materiali. Lo schema di correttivo modifica 119 dei 220 articoli del codice e interviene dopo solo un anno; mentre il codice non è stato ancora completato con tutti gli atti attuativi previsti, pari a 53 (ad oggi, ne sono stati varati 11 espressamente previsti dal codice, e 4 non espressamente previsti, e sono in corso di adozione altri 9 atti attuativi).
Il Consiglio di Stato, oltre a rendere il parere sull’originario schema di codice, ha reso sinora, altri 16 pareri sui vari atti attuativi.
Il parere individua anzitutto i limiti formali e sostanziali del potere correttivo:
a) il mancato recepimento di una parte della delega entro il termine di scadenza consuma definitivamente il relativo potere, e tale mancato esercizio non può essere recuperato in sede di adozione di decreti correttivi;
b) con il correttivo sono consentite “integrazioni e correzioni” (anche rilevanti), a seguito di un periodo di “sperimentazione applicativa”;
c) lo strumento del correttivo non può costituire una sorta di ‘nuova riforma’, pur rispettosa della delega originaria, che modifichi le scelte di fondo operate in sede di primo esercizio della delega, attuando un’opzione di intervento radicalmente diversa da quella del decreto legislativo oggetto di correzione”.

>> LEGGI IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE REDATTO DAL SEGRETARIATO GENERALE DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA.

Rilevante anche il punto di vista dell’ANCI sul parere del Consiglio di Stato: “Abbiamo espresso un parere favorevole sullo schema di decreto correttivo del Codice Appalti che rappresenta per noi un passo in avanti importante per rendere lo stesso Codice più attuabile e dunque utile. In particolare, i correttivi proposti dall’Anci e contenuti già nel testo, rafforzano la fattibilità e la tempestività delle procedure di appalto e dunque rappresentano un volano per gli investimenti. Crediamo che così si tengano insieme esigenze di trasparenza e legalità cui i Comuni tengono molto e la celerità nella realizzazione di opere pubbliche”. Sono queste le parole del vicepresidente ANCI, Matteo Ricci.
“Il governo – spiega Ricci – ha fatto molti sforzi per far partire gli investimenti, in parte bloccati per complicazioni procedurali nelle procedure che questo correttivo mira invece a superare. E’ un primo passo verso la semplificazione, ora chiediamo al Parlamento di difendere il decreto già approvato e di migliorarla recependo gli emendamenti presentati dall’ANCI”.
“Ad oggi – prosegue Ricci – le opere possono andare in gara solo con il progetto esecutivo. Il correttivo al Codice, invece, reintroduce l’appalto integrato che renderà possibile andare in gara anche con progetti definitivi. L’onere del progetto esecutivo andrà quindi in capo alle imprese aggiudicatarie anche dei lavori, con un evidente risparmio per le amministrazioni da tempo in sofferenza per carenza di personale e mancanza di figure specifiche che si occupano di progettazione interna”.
Ricci ricorda poi come attraverso le proposte ANCI il correttivo introduce anche “norme per la semplificazione sulle manutenzioni che non richiedono progettualità dettagliata e che quindi devono poter essere realizzate in maniera tempestiva e veloce”. “Lo sblocco del Patto di stabilità solo per i Comuni vale circa due miliardi sul 2016 e altri due sul 2017. Se aggiungiamo i 700 milioni di spazi finanziari sull’edilizia scolastica e dissesto idrogeologico e i 2,1 miliardi sulle periferie, vediamo che siamo di fronte ad una delle azioni più espansive delle ultime leggi di bilancio. Le risorse per realizzare gli investimenti ci sono, da oggi abbiamo anche un punto di maggiore equilibrio tra esigenze di legalità ed esigenze di minor rigidità per la realizzazione delle opere”.

FORMAZIONE
Gli appalti pubblici dopo le ultime novità. Il Decreto correttivo approvato dal governo. I provvedimenti attuativi. La prima giurisprudenza sul d.lgs. n. 50/2016
Lamezia Terme, 6 aprile 2017

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento