La lotta all’assenteismo resta una priorità. Ma è inutile procedere a controlli medici quando si tratta di dipendenti che hanno sempre avuto una condotta cristallina. Oppure quando la verifica verrebbe a costare più dell’assenza. Insomma, sì ai controlli ma con ragionevolezza, senza più gli automatismi che scattano (o dovrebbero scattare) oggi sin dal primo giorno di assenza. È quanto si desume dall’articolo 18, comma 9 della manovra. Il testo ridefinisce la materia dei controlli in caso di assenza per malattia dei dipendenti pubblici, oggetto di un lungo tira e molla tra i sindacati e il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, dopo la stretta inferta a partire dal decreto legge 112/2008. «Le pubbliche amministrazioni dispongono per il controllo sulle assenze per malattia dei dipendenti valutando la condotta complessiva del dipendente e gli oneri connessi all’effettuazione della visita». Il controllo «è in ogni caso richiesto sin dal primo giorno quando l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative». L’automatismo della visita fiscale scatta dunque per le assenze sospette, quelle legate ai fini settimana. Sulle fasce orarie di reperibilità, e le relative esenzioni, ci sarà un nuovo decreto del ministro della funzione pubblica. Nel caso in cui ci si assenti per visite mediche, terapie e prestazioni specialistiche sarà sufficiente per giustificazione il certificato rilasciato dalla struttura o dal medico, anche privati.
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