Contratto unico nella p.a.

Il ministro Patroni Griffi in audizione: un contratto per la p.a. con linee guida uniche che venga poi declinato a seconda dei vari enti locali. L’adesione alla previdenza complementare resta ancora bassa

21 Dicembre 2011
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Un contratto per la pubblica amministrazione con linee guida uniche che venga poi declinato a seconda dei vari enti locali. Questo il progetto indicato dal ministro per la funzione pubblica e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi nel corso di un’audizione in Commissione affari costituzionali alla Camera. “Per quanto riguarda le relazioni sindacali – ha detto il ministro – voglio aprire tavolo con le organizzazioni dei lavoratori e gli enti locali sulle forme contrattuali di primo e secondo livello con la possibilità di considerare unitariamente, dal punto di vista del modello contrattuale, il lavoro pubblico sia a livello centrale che regionale. Su questi aspetti – ha ripetuto – convocherò a breve enti locali e sindacati per creare un tavolo comune che porti a un contratto che abbia linee guida unitarie da declinare sulla base delle singole specificità degli enti locali”. Il ministro ha anche chiarito che nella pubblica amministrazione l’adesione alla previdenza complementare resta ancora bassa, occorre quindi più comunicazione a sostegno di questo strumento. “Sulla previdenza complementare – ha osservato – abbiamo dati di adesione molto bassi da parte dei lavoratori pubblici. Stiamo perciò pensando a forme di comunicazione e diffusione per spiegare i vantaggi di aderire a questo strumento”. Capitolo spending review. La razionalizzazione delle spese serva per avviare una modernizzazione della pubblica amministrazione, ha auspicato il ministro. “Quanto alle strutture e agli apparati – ha osservato – la logica dei tagli lineari, se certo ha consentito di realizzare effettive riduzioni della spesa, non ha sempre determinato il diffondersi della cultura dell’ottimale organizzazione delle risorse. Ebbene – ha aggiunto – gli ultimi interventi normativi in tema di spending review costituiscono un’occasione per ripensare l’approccio solo finanziario e ragionieristico nella gestione della spesa pubblica e per avviare un processo di modernizzazione dell’amministrazione pubblica e di riqualificazione dei servizi attraverso un’incisiva opera di razionalizzazione”. Per Patroni Griffi, “alla razionalizzazione degli apparati occorre procedere, quindi, sulla base di una preliminare e puntuale analisi settoriale delle funzioni e dei servizi di cui sono titolari le singole strutture: solo tale attenta analisi – volta a scorgere sovrapposizioni, affinità, convergenze funzionali tra i compiti demandati alle distinte amministrazioni – può e deve costituire il presupposto di una intelligente riorganizzazione anche mediante accorpamenti di enti. La riduzione di spesa e la quantificazione del fabbisogno devono essere effetti non meramente contabili, ma di vero riassetto organizzativo”. In altri termini, ha aggiunto, “occorre concentrarsi su una spending review che, accompagnandosi alla elaborazione di politiche pubbliche, miri in ultima analisi a un’ottimizzazione delle risorse, anche attraverso un arretramento del ‘pubblico’ in settori che possano essere lasciati all’autonomia dei privati, in coerenza con il principio di sussidiarietà orizzontale ma nella salvaguardia dei diritti e dell’interesse generale, visto come interesse della collettività”. Per quanto riguarda la formazione e riqualificazione professionale, poi, essi sono essenziali in caso di mobilità dei dipendenti della pubblica amministrazione. “I cambiamenti – ha affermato Patroni Griffi – richiedono flessibilità culturale e delle competenze. Occorre quindi una formazione continua che punti su una qualificazione professionale calibrata sui compiti e le mansioni da svolgere, unita a processi di riqualificazione da operare di continuo a seconda delle esigenze dell’amministrazione. Una riqualificazione tanto più impellente – ha sottolineato – nei casi in cui si dovrà fare ricorso alla mobilità ‘guidata’ dei dipendenti pubblici, volta ad assicurare quelle ricollocazioni produttive imposte dagli ineludibili processi di riorganizzazione ed accorpamento delle strutture amministrative. Per quel che attiene alla formazione – ha aggiunto – ritengo si imponga una qualche forma di intelligente coordinamento delle distinte strutture pubbliche di formazione, nell’autonomia delle stesse, diretta ad evitare possibili duplicazioni di attività, oltre che non consentiti dispendi di energie e risorse, come noto sempre più limitate e contenute”. Intanto in un’intervista il ministro della giustizia Paola Severino annuncia un intervento sulla corruzione: “Sicuramente, ad esempio, – afferma – c’è bisogno di una riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione, perché il comune sentire sociale lo richiede e perché ci sono figure giuridiche nuove da inserire nel codice come la corruzione privata all’interno delle imprese, e cioè una forma di corruzione che non riguarda solo i pubblici ufficiali”. Severino avverte però che “una buona riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione dev’essere preceduta da un intervento di revisione delle procedure decisionali e di gestione. Proprio per questo, con il ministro dello sviluppo economico Passera e della funzione pubblica Patroni Griffi, stiamo costituendo un tavolo di confronto per la semplificazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e impresa”.

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