Non più obbligo, bensì «facoltà» di ridurre del 5% i nuovi contratti stipulati dalle amministrazioni pubbliche per acquistare beni e servizi. E, per quanto concerne i pagamenti, bisognerà mettere nero su bianco (e darne prova anche sul web) un prospetto trimestrale sulle fatture saldate, sebbene, in caso di mancato rispetto della norma, i responsabili non saranno sanzionati. Sono queste le novità per stato centrale ed enti locali dal decreto Irpef 66/2014, fi no al pomeriggio di ieri al vaglio delle commissioni bilancio e finanze di palazzo Madama, dove i relatori ( Antonio D’Ali del Ncd e Cecilia Guerra del Pd) ed il governo hanno depositato una serie di testi emendativi, alcuni dei quali nel solco della «spending review». Resta invece ancora incerta la sorte della proroga Tasi al 16 ottobre, che, pur essendo ormai scontata, non ha ancora visto la luce. Lo slittamento era atteso in un decreto legge ad hoc da approvare oggi per poi transitare come emendamento nel dl 66. Ma la mancata convocazione del cdm rimanda la soluzione del giallo a martedì prossimo. E resta incerto se il rinvio al 16 ottobre riguarderà solo le seconde case o anche le prime (per le quali però si tratterebbe di un anticipo visto che per quest’anno la Tasi sull’abitazione principale, nei comuni che non hanno approvato le delibere entro il 23 maggio, si sarebbe dovuta pagare in rata unica a dicembre).
Regioni, province, città metropolitane e comuni saranno fuori dall’obbligo di dare l’altolà ad incarichi di consulenza, studio e ricerca e a contratti di collaborazione coordinata e continuativa, quando la spesa complessiva supera un certo rapporto rispetto alla spesa per personale; il semaforo rosso ad ulteriori incarichi era contenuto nell’articolo 14 del testo, e comprendeva tutte le amministrazioni pubbliche annoverate nel perimetro individuato dall’Istat, però i senatori hanno approvato una modifica che consente agli organismi la possibilità di rimodulare le proprie scelte, oppure di adottare misure alternative di contenimento delle uscite correnti, sempre, però, garantendo i medesimi risparmi.
A seguire, grazie ad un ritocco all’art. 8 del provvedimento, si dà «la facoltà», e si toglie l’imposizione, di operare una sforbiciata del 5% sui nuovi contratti per le dotazioni di beni e servizi. E, all’insegna della trasparenza delle procedure, arriva il vincolo alla pubblicazione (anche online) di un indicatore trimestrale di tempestività dei pagamenti; non scatteranno, però, sanzioni in caso di mancata ottemperanza, inizialmente previste nella versione originale del decreto, e legate alla retribuzione di risultato e al trattamento accessorio dei soggetti responsabili.
Fra le altre norme varate in commissione, una riguarda il versamento della tassa sulla rivalutazione dei beni di impresa, che sarà diluita in tre tranche (da salare il 16 giugno, il 16 settembre ed il 16 dicembre) di pari importo, e senza alcuna corresponsione di interessi. Mentre è stato disposto che, anche nel 2015, le entrate che deriveranno da misure straordinarie di lotta all’evasione saranno destinate alla riduzione generale delle imposte.
Expo 2015. Concesso alla regione Lombardia di derogare ai limiti di spesa (imposti dalla legge 122/2010) in materia di «comunicazione e promozione per le sole voci inerenti al grande evento Expo 2015» sia nel 2014, sia nel 2015. L’emendamento, che ha ricevuto il via libera dei senatori, stabilisce che l’amministrazione dovrà, comunque, garantire gli obiettivi complessivi di riduzione dei costi, rimodulando ed adottando «misure alternative di contenimento della spesa corrente al fine di compensare il maggior esborso» per tali finalità legate all’evento espositivo universale milanese del prossimo anno.
Documento di cittadinanza. Per il trattamento della domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana di persona maggiorenne bisognerà corrispondere la somma di 300 euro, mentre per il rilascio del passaporto ordinario «è dovuto un contributo amministrativo di euro 73,50, oltre al costo del libretto».
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