Conto alla rovescia per il Patto incentivato

Italia Oggi
5 Settembre 2012
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Conto alle rovescia per il Patto regionale verticale «incentivato». Entro lunedì 10 settembre le regioni dovranno comunicare al Mef (oltre che ai singoli enti) l’entità degli spazi finanziari concessi ai comuni del loro territorio per alleggerire gli obiettivi del Patto di stabilità interno 2012. Sul piatto ci sono incentivi fino a complessivi 800 milioni di euro, per aggiudicarsi i quali i governatori dovranno cedere quote pari almeno a 960 milioni. Il meccanismo (previsto dall’art. 16, commi 12-bis e seguenti, del dl 95/2012) prevede, infatti, che ad ogni regione venga assegnato un contributo destinato alla riduzione del debito in misura pari all’83,33% degli spazi finanziari ceduti ai municipi.
La dote assegnata ai diversi territori è quella definita dalla Conferenza stato-regioni lo scorso 3 agosto. Ovviamente, grazie al «moltiplicatore» descritto, c’è da attendersi un ritorno più consistente per il territorio.
I criteri di riparto devono essere definiti dalle regioni previo confronto in sede di cal e, ove non istituito, con i rappresentanti regionali delle autonomie locali.
La partita, come detto, dovrà chiudersi entro lunedì, termine entro il quale le regioni dovranno comunicare alla Ragioneria generale dello stato, per ciascun comune, l’ammontare degli spazi finanziari concessi, che dovranno essere finalizzati ai pagamenti dei residui passivi in conto capitale.
Le stesse regioni potranno poi, contestualmente o comunque entro il 31 ottobre, attribuire ulteriori quote ai comuni ed anche alle province, che sono invece escluse dal riparto relativo al Patto regionale verticale incentivato. Quest’ultimo, infatti, si è sovrapposto, senza sostituirlo, al Patto regionale verticale ordinario, disciplinato dall’art. 1, commi 138 e seguenti, della legge 220/2010). In proposito, un comunicato del ministero dell’economia e delle finanze diffuso nei gironi scorsi ha chiarito che, dopo il 10 settembre, le regioni potranno solo cedere ulteriori spazi ai singoli comuni ovvero cedere spazi a nuovi comuni richiedenti, ma non ridurre gli spazi già ceduti con il Patto regionale verticale incentivato. Pertanto, le quote assegnate ai comuni con il primo riparto non potranno più essere riviste al ribasso.

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