Allargare l’applicabilità del conflitto d’interessi non solo ai titolari di cariche di governo – come prevede il testo base attualmente in Commissione Affari costituzionali alla Camera – ma anche alle cariche pubbliche, e dunque ai parlamentari, ai sindaci e ai consiglieri comunali, ai presidenti di Regione e ai consiglieri regionali, ai presidenti di Provincia e ai consiglieri provinciali.
È questo il contenuto di un emendamento Pd presentato al testo base sul conflitto d’interessi al vaglio della I commissione di Montecitorio e che dovrebbe presto arrivare in aula. A riferirlo è il deputato Pd Francesco Sanna, che si sta occupando del provvedimento in Commissione. Il Pd, afferma inoltre Sanna, ha presentato circa 35 emendamenti. “Per gli enti locali sarà un magistrato di Corte d’appello per Regione a svolgere le funzioni di vigilanza”, spiega Sanna precisando che per le Regioni “ci sarà uno spazio temporale di adeguamento per adeguare la loro legislazione alle nuove regole”.
Dunque i compiti che il provvedimento affida a una commissione di prevenzione del conflitto di interessi (composta da 5 membri nominati dal presidente della Repubblica) verranno svolti – per quanto riguarda gli enti locali – da un giudice della Corte d’appello per ogni Regione. Sull’estensione del conflitto di interessi ai Parlamentari – chiesta anche dal Movimento 5 stelle – Sanna precisa che “ci sono degli elementi non superabili” determinati dagli articoli 67 e 68 della Costituzione e che dunque “la commissione di prevenzione comunicherà i suoi rilievi alla Giunta delle elezioni” che deciderà in autonomia il da farsi. Gli articoli della Costituzione citati riguardano il vincolo di mandato, la libertà di espressione e di voto, e l’autorizzazione a procedere.
(Fonte: Public Policy)
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