La Conferenza Stato-città di ieri ha dato parere favorevole alla ripartizione del Fondo perequativo di 530 milioni per il 2015 e rinviato al 30 settembre il bilancio di previsione per Città metropolitane ed enti di area vasta (vecchie Province). Nella stessa seduta il governo ha aperto all’accoglimento dell’emendamento ANCI che destina 29 milioni (accantonati dal Fondo di solidarietà 2014) per quei piccoli Comuni particolarmente colpiti dai tagli della Legge di stabilità in applicazione di un nuovo schema perequativo basato sui fabbisogni e le capacità fiscali standard. Sono questi i punti salienti della riunione di ieri al Viminale in cui l’ANCI è tornata a chiedere che i 530 milioni del fondo perequativo possano essere considerati tra le entrate utili al raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità.
Nel dettaglio, la proroga dei previsionali è motivata dalla difficile “fase di transizione” che stanno affrontando gli enti del comparto provinciale, in gravi difficoltà nel mantenimento degli equilibri, e dai tempi di conversione del decreto Enti locali (dl n.78), tuttora in corso di esame. Il governo ha accolto la richiesta delle Città metropolitane e degli enti di area vasta di posporre il termine di bilancio al 30 settembre in quanto è in via di predisposizione un emendamento che, per questi enti, limita gli obblighi di bilancio al solo 2015 e non alla triennalità 2015-2017, prevista per tutti gli altri enti locali. Stante che la conversione del decreto non si esaurirà entro il 30 luglio, la dilazione del termine al 30 settembre per Città metropolitane e enti di area vasta si è resa necessaria per tener conto del nuovo quadro normativo.
Per quanto riguarda i terreni agricoli e montani la Conferenza, condividendo una specifica nota metodologica, ha sancito la grande distanza tra le stime di gettito a suo tempo formulate dal Mef per il 2014 e il gettito effettivamente incassato dai Comuni. La concessione di un contributo di 57,5 milioni, peraltro una tantum, copre solo la metà dello scostamento. Resta insoluto il nodo riguardante il gettito 2015, sul quale la verifica deve ancora svolgersi, ma dai primi dati si evidenzia uno scostamento analogo – se non addirittura superiore – a quello accertato sul 2014.
La richiesta dell’ANCI al governo è quindi di prevedere maggiori risorse a copertura dello scostamento residuo 2014 e 2015 e, allo stesso tempo ragionare ad un assetto fiscale chiaro e definito per il 2016 che dia certezze tra gettito presunto e gettito effettivo sull’Imu dei terreni agricoli e montani, assicurando inoltre piu’ equi criteri di imposizione.
Tornando al Fondo perequativo di 530 milioni, il vicepresidente vicario ANCI e sindaco di Lecce, Paolo Perrone, è tornato a ribadire quanto sostenuto dal presidente Fassino nell’ultimo direttivo ANCI: “Queste risorse – ha detto Perrone – sono già delle compensazioni parziali rispetto a quanto ricevuto nel 2014 (472 milioni riconosciuti a fronte dei 625 milioni del 2014 n.d.r.) e questo è un primo elemento di criticità. Se poi aggiungiamo che queste non possono essere conteggiate per il raggiungimento degli obiettivi di Patto, la difficoltà aumenta di molto. Chiediamo quindi – ha concluso il vicario ANCI – che il governo ci dia una prospettiva di soluzione per evitare a circa 1800 Comuni difficoltà concrete per la chiusura dei bilanci”.
Sulla riserva del residuo del Fondo di solidarietà comunale 2014, infine, ANCI ha ottenuto un’apertura formale da parte del governo che si è detto d’accordo ad inserire nel decreto enti locali l’emendamento dei sindaci che assegna ai piccoli Comuni particolarmente colpiti dal taglio di risorse 2015 i 29 milioni già accantonati (40 milioni, di cui 11 già assegnati). “L’intervento prospettato – si legge nell’emendamento presentato da ANCI al Senato – coinvolge oltre 2.600 Comuni (2.400 sotto i diecimila abitanti) e gli enti più significativamente beneficiati dall’emendamento proposto sono quelli che registrano una riduzione di risorse da perequazione maggiore del -3% delle risorse”; un beneficio che per ANCI è stimabile attorno al 35% del maggior taglio subito per effetto del riparto perequativo del Fondo di solidarietà comunale 2015.
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