Concorsi pubblici: prove sui territori e con strumenti digitali

Le nuove dichiarazioni del ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone

13 Maggio 2020
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A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, “abbiamo predisposto una norma che preveda un dislocamento delle prove concorsuali sul territorio“. A confermarlo è il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, mediante comunicato pubblicato sul portale della Funzione pubblica. “Con la necessità di distanziamento sociale è impensabile ripartire con le grandi prove preselettive all’interno dello stesso edificio”, per cui le prove saranno svolte prevedendo l’ingresso separato di piccoli gruppi e si sta pensando anche “di introdurre le modalità informatiche per lo svolgimento di tutte le prove, non solo la preselettiva”.

Tramite il supporto informatico quindi si avrà anche una maggiore “velocità nella correzione delle prove scritte”, ha proseguito Dadone, spiegando che si vogliono ridurre i tempi di svolgimento dei concorsi fino all’emissione dei risultati dagli attuali 18 mesi a 8. L’obiettivo è “velocizzare, semplificando e senza banalizzare” i concorsi pubblici.
Non occorrono sbarramenti iniziali nei bandi, quali limiti d’età o voti di laurea, ma piuttosto occorre far valere nel punteggio finale anche competenze “nuove”. Si tratta delle cosiddette “soft skills”, capacità “trasversali” alle diverse discipline, che non si acquisiscono semplicemente sui libri di testo, ma con le esperienze di vita: “vorrei che nei futuri bandi, a parità di condizione tra due candidati, nel corso della prova orale, si valutasse anche la capacità di lavorare in gruppo, di adattarsi, di gestire lo stress” e se il candidato “è una persona che ha il senso dello Stato, se tiene al bene comune”, conclude Dadone.

L’emergenza sanitaria ha infatti raffreddato il clima creando non pochi problemi per lo svolgimento delle prove concorsuali e per l’allungamento dei tempi delle procedure propedeutiche. Ecco, quindi, la necessità di ravvivare una situazione che diversamente potrebbe portare al blocco totale. Il Decreto Rilancio, in fase di approvazione in queste ore, rispolvera, innanzitutto il bisogno di dare concretezza ai concorsi unici così come già previsti dalla legge 56/2019 ma ancora in cantiere. Come anche viene ribadita la possibilità per tutte le amministrazioni di rivolgersi per le procedure di accesso al Dipartimento della funzione pubblica e avvalersi della Commissione per l’attuazione del Progetto di Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni (Ripam). Sul Sole 24 Ore di questa mattina emergono alcune anticipazioni sulle modalità di svolgimento dei concorsi: i concorsi saranno svolti, quindi, fino al 31 dicembre 2020, come regola generale presso sedi decentrate e attraverso l’utilizzo di tecnologia digitale. In caso di concorsi unici sarà proprio il Dipartimento della Funzione Pubblica a individuare le sedi dove potranno essere svolte anche le prove orali in videoconferenza garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che ne assicurino la pubblicità, l’identificazione dei partecipanti, nonché la sicurezza delle comunicazioni e la loro tracciabilità. Per espressa previsione della nuova norma, questi accorgimenti (sedi decentrate e utilizzo di strumenti informatici per tutte le prove) sono applicabili direttamente a tutti i concorsi pubblici svolti dalle amministrazioni in base all’articolo 1, comma 2, del d.lgs. 165/2001 e quindi anche a quelli delle autonomie territoriali.

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