Comuni in prima fila nella lotta per la legalità. Con un documento, approvato dal consiglio nazionale dell’Anci, che impegna l’Associazione ad adottare in ciascuna città atti amministrativi per il contrasto alle infiltrazioni mafiose e ad attivare un costante monitoraggio che consenta di misurare dati e risultati. Lo prevede la «Carta di Lamezia», approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Anci il 26 ottobre scorso, e curata dal responsabile alla legalità e consigliere comunale di Acireale, Giuseppe Cicala, e dal responsabile sicurezza e sindaco di Padova Flavio Zanonato. Con il documento approvato a Lamezia Terme, i sindaci si sono impegnati anzitutto a incontrarsi nuovamente e periodicamente nel capoluogo calabrese per verificare il buon andamento degli impegni assunti. L’Anci, in particolare, vista la mozione su «iniziative di contrasto alle mafie e di sviluppo della legalità e della trasparenza da parte degli enti locali» promossa da Anci giovane, inviterà i comuni sia a costituirsi parte civile nei procedimenti contro le attività criminose di stampo mafioso riguardanti i propri territori e quelli relativi ai reati contro la pubblica amministrazione, sia a mettere in campo strumenti amministrativi per rafforzare la piena trasparenza delle procedure di appalto, attraverso la verifica accurata dei collegamenti diretti e indiretti tra aziende partecipanti alle gare e controlli sulle aziende. Promuoverà inoltre l’assunzione di impegni riguardanti la scelta dei partner commerciali e la lotta al lavoro nero, in modo da rafforzare la domanda di fornitori legali. Il documento, poi, impegna i comuni ad adottare il «codice etico» dell’Associazione. Verrà promossa anche la stipula di un accordo nazionale tra l’Associazione, Confindustria e la Scuola superiore pubblica amministrazione, al fine di organizzare seminari formativi sui temi della legalità e della sicurezza negli enti locali, rivolti a tutti gli amministratori comunali. I sindaci, inoltre, chiedono al governo, e in particolare al ministro dell’interno e al Guardasigilli, di emanare un decreto legge «che perimetri e riqualifichi il potere di ordinanza dei sindaci sulla sicurezza urbana, e che preveda anche il sostegno alle misure di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali adottate dai sindaci e dalle amministrazioni comunali, anche attraverso l’esercizio del potere regolamentare in una visione di sicurezza integrata». Di promuovere un tavolo straordinario per il sostegno alle progettualità dei comuni sull’utilizzo del programma operativo nazionale sicurezza 2007-2013; di costruire in tempi rapidi un tavolo di confronto sul «piano carceri» in cui ci sia un reale coinvolgimento dei comuni interessati. E di istituire un tavolo per la realizzazione di interventi diffusi a favore della legalità: osservatori locali sulla legalità ed istituzione di un premio sulla legalità per il miglior progetto di valorizzazione e sviluppo del territorio dedicato ad Angelo Vassallo, sindaco di Pollica. I dati. Il documento Anci prende le mosse dai dati del ministero dell’interno, che fanno registrare da un lato una diminuzione della criminalità pari al 13,9%, dall’altro una crescita continua dei reati che interessano la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, abuso d’ufficio). Secondo la Guardia di finanza, infatti, l’aumento delle denunce per fatti di corruzione e concussione accertati nel 2009 raggiunge, rispettivamente, le percentuali del +229% e del +153% rispetto all’anno 2008. Inoltre, non è scongiurata la tradizionale presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, né il loro grado di penetrazione nell’economia, nella società, nella politica e nelle istituzioni, direttamente legato al livello di arretratezza economica e sociale del territorio. Questa presenza criminale e il volume delle attività illegali quale peso direttamente legato agli esercizi commerciali e imprenditoriali, sono stimate e comprese tra l’1,5 e il 2% del prodotto lordo di ciascuna regione. «I comuni sono già in prima fila contro la criminalità», ha commentato la carta il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino. «I sindaci devono essere protagonisti, come già avviene in molti territori, di un riscatto politico, civile e morale delle proprie terre». «Abbiamo scelto di riunirci», ha detto invece Cicala, «in un luogo simbolo dell’impegno di chi ha deciso di sfidare a viso aperto la criminalità, semplicemente perseguendo la giusta azione amministrativa». Mentre secondo Zanonato, «quando si discute di sicurezza e criminalità, il nostro sguardo deve rivolgersi a 360 gradi. È importante avere strumenti come le ordinanze, ma non dobbiamo pensare che questo aspetto possa essere la panacea dei problemi di sicurezza».
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