Da Torino a Venezia, da Genova a Trieste, da Napoli a Palermo e a Bari: sono oltre 15 le opere infrastrutturali italiane inserite nell’elenco delle priorità europee che la Commissione Ue renderà noto domani insieme ai parametri che dovranno essere rispettati per beneficiare dei finanziamenti comunitari.
Un piano che prevede, tra il 2014 e il 2020, la distribuzione di fondi Ue per circa 31,7 miliardi di euro e il lancio di project bond, ovvero strumenti finanziari innovativi che, grazie alle garanzie comunitarie, potranno raccogliere sul mercato le altre risorse necessarie per completare le grandi reti destinate a costituire la spina dorsale dei collegamenti intracomunitari.
Il bilancio della lunga e difficile trattativa condotta in questi mesi tra Roma e Bruxelles per consolidare i risultati già raggiunti con i precedenti piani Ue, e sopratutto per evitare che il collegamento tra Napoli e Palermo venisse depennato, a giudizio degli addetti ai lavori è sostanzialmente positivo. Anche se, nello scorrere la lista delle opere prioritarie italiane, spicca un grande assente: il ponte sullo Stretto di Messina. «Se l’Italia vorrà portare avanti il progetto – si osserva a Bruxelles – dovrà trovare da sola i soldi per realizzare l’opera». Un impegno, come ha scrityto ieri il Sole.com, che in questi giorni si è assunto il ministro dei trasporti Altero Matteoli.
Tuttavia, non è detta l’ultima parola. Nelle oltre cento pagine della proposta di risoluzione che la Commissione si appresa a varare, si dice infatti che l’elenco delle opere da finanziarie potrà essere cambiato «per tenere conto di possibili modifiche nelle priorità politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi del traffico».
Ma parallelamente si lancia un chiaro avvertimento: i fondi assegnati saranno persi se la realizzazione del progetto non sarà stata avviata entro un anno dalla data prevista al momento della concessione del finanziamento.
Alla vigilia della presentazione della lista dei progetti prioritari, fonti comunitarie hanno confermato quanto già anticipato dall’Ansa domenica scorsa. Per l’Italia le principali novità – che saranno illustrate in dettaglio domani dal viceministro per le infrastrutture Roberto Castelli – riguardano l’inserimento nel corridoio Baltico-Adriatico dei collegamenti ferroviari e delle piattaforme multimodali di Udine, Venezia e Ravenna, nonché dei porti della stessa Ravenna, di Trieste e di Venezia.
Al Nord confermata poi la priorità assegnata alla Torino-Lione, al tunnel del Brennero e al collegamento ferroviaro Genova-Milano-Svizzera.
Nel Mezzogiorno, al potenziamento della ferrovia Napoli-Reggio Calabria è stata affiancata la priorità assegnata anche ai lavori da realizzare sulla tratta Napoli-Bari. Ed è stata anche ribadita la disponibilità a sostenere il miglioramento del collegamento tra Messina e Palermo. «Non inserendo il ponte sullo Stretto nell’elenco delle opere strategiche l’Unione europea ha ancora una volta sconfessato il governo italiano», hanno commentato gli europarlamentari del Pd David Sassoli e Rita Borsellino.
«A causa dello scarso peso del nostro governo nelle scelte di Bruxelles – aggiungono Sassoli e Borsellino – non solo abbiamo rischiato di perdere l’asse tra Napoli e Palermo, ma non Š stato possibile completare il quadro degli interventi di cui il nostro Paese ha bisogno, a partire da una maggiore interconnessione tra il Mezzogiorno e il resto d’Europa e da un ulteriore potenziamento dei collegamenti ferroviari interni».
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