question time con Roberto Maroni, nella seconda giornata degli Stati generali del Nord. E argomenta il suo pensiero legandolo alla questione del federalismo: «È necessario organizzarlo meglio, certamente la nostra è una riforma a metà. I controlli non sono adeguati e meccanismi come la certificazione dei bilanci non sono la regola in tutta Italia». Federalismo, spiega Passera, vuol dire anche «evitare cose come quelle che si leggono e si vedono in questi giorni».
Dallo stesso palco, poche ore dopo, Giorgio Squinzi commenta il manifesto programmatico presentato dal segretario della Lega Nord e sulla riduzione dei costi della politica dice che con lui «si sfonda una porta aperta». Il presidente di Confindustria non commenta direttamente le parole di Passera, ma evidenzia che «attraverso la spending review bisogna ridurre i costi superflui e le spese assurde delle regioni del Nord ma soprattutto del Sud». «Da imprenditore che gira per il mondo – annota il leader degli industriali – vedo tanti sprechi. Al di là di quelli che leggiamo sui giornali delle feste in costume anche nella promozione delle imprese nel mondo ci sono sprechi inconcepibili. Sono andato a una fiera mondiale a Chicago, c’erano stand di molte Regioni e Province italiane. È un’assurdità disperdere così i fondi per la promozione, sarebbe meglio concentrarli su un progetto comune».
Prende il via, dunque, il pacchetto del Carroccio con i «progetti concreti per fare ripartire il Nord», dodici punti raccolti in un documento che sarà distribuito a tutte le sezioni della Lega. Fra questi, naturalmente, «un drastico taglio ai costi della politica»; ma negli intenti del nuovo vertice conquistano spazio l’Euroregione Nord, un milione di dipendenti in meno nelle Regioni non virtuose, banche commissariate se non sostengono le imprese nell’accesso al credito, contratti territoriali, la riforma delle pensioni su base regionale. Da Milano, quasi in simultanea, il governatore della Lombardia vede e rilancia, proponendo un drastico taglio delle Regioni, da 20 a 3: Nord, Sud e Centro. «Siamo in una situazione in cui non è più possibile l’eccesso di burocrazia e di enti che abbiamo avuto finora. Regioni sprecone, Regioni da 300mila, da 600mila abitanti non sono più accettabili», attacca Formigoni al convegno organizzato dalla fondazione Liberamente di cui è presidente l’ex ministro Mariastella Gelmini.
Intanto il Governo non smette di lavorare all’ipotesi di ridimensionare i costi della politica con un provvedimento d’urgenza, così come chiesto dalle Regioni, partendo dal numero di consiglieri e assessori. Cresce però la consapevolezza della difficoltà di mettere mano alla materia senza rischiare una serie di ricorsi da parte dei diretti interessati.
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