Approvato dalla Commissione Trasporti della Camera l’emendamento che reintroduce nella proposta di legge di modifica del Codice della strada il cosiddetto “senso unico eccetto bici”. L’emendamento – del relatore e presidente della Commissione Trasporti alla Camera Michele Meta (Pd) – recepiva di fatto il parere della Commissione Ambiente che aveva posto come condizione al nulla osta la reintroduzione della norma abrogata all’inizio di agosto in commissione con l’approvazione di un emendamento soppressivo presentato da Scelta civica.
Il nuovo comma 1-bis dell’articolo 182 del Codice della Strada sul senso unico eccetto bici – così come prevede l’emendamento approvato – sarebbe: “Nelle strade o nelle zone all’interno dei centri abitati nelle quali il limite massimo di velocità è uguale o inferiore a 30 km/h, può essere consentita, se espressamente prevista con ordinanza, la circolazione dei ciclisti anche in senso opposto a quello di marcia di tutti gli altri veicoli. La facoltà di cui al periodo precedente è adeguatamente segnalata mediante l’aggiunta, ai segnali verticali di divieto e di obbligo generico, di un apposito pannello integrativo di eccezione per i velocipedi”.
Quando il 4 agosto venne approvato l’emendamento soppressivo di Scelta civica relatore e governo cambiarono parere, in corso di seduta, da negativo a positivo, sancendo di fatto la cancellazione dell’articolo. Il relatore spiegava quindi che “la modifica del parere deriva dal fatto che il governo ha segnalato ragioni di sicurezza che renderebbero opportuna la soppressione dell’articolo 8”.
Successivamente il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi confermò la sua preoccupazione relativa al senso unico eccetto bici, suscitando le proteste dei movimenti a favore della mobilità alternativa. Nel parere dell’VIII Commissione si sottolineava come il senso unico eccetto bici “sarebbe stato molto efficace per lo sviluppo della mobilità ciclistica nelle città, migliorando la qualità dell’aria e la sicurezza del traffico, come dimostrano autorevoli studi svolti”. La p.d.l. dovrà ora passare per l’aula della Camera e passare in prima lettura al Senato.
(Fonte: Public Policy)
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