Il «piano città», così come un aggiustamento alla disciplina sul piano casa, confluiranno in una «legge nazionale quadro per la riqualificazione incentivata delle aree urbane a cui dovrebbero seguire le leggi regionali attuative, sinora emanate da poche regioni». Il Governo tenta di risolvere così anche i numerosi e pesanti conflitti fra norme nazionali e regionali che in passato hanno di fatto paralizzato il «piano casa» del Governo Berlusconi.
La «legge quadro» cui ha fatto riferimento Ciaccia dovrebbe essere la stessa che il viceministro sta mettendo a punto per le infrastrutture e per il rafforzamento del project financing, un grande provvedimento complessivo per il rilancio del settore edilizio.
Il lavoro è ancora alla fase della prima elaborazione e del confronto con le categorie, il testo dovrebbe essere pronto per la seconda metà di aprile.
Ciaccia ieri è tornato anche sul tema dell’Iva, molto caro ai costruttori dell’Ance: la modifica all’attuale regime sul patrimonio invenduto per oltre cinque anni doveva entrare nel decreto legge liberalizzazioni, ma poi non è più entrato per l’opposizione del ministero dell’Economia.
Sul ripristino dell’Iva «senza alcun limite temporale, sulle cessioni di fabbricati effettuate dalle imprese costruttrici o dalle imprese che vi hanno eseguito interventi incisivi di recupero edilizio», il viceministro si è detto «fortemente impegnato» e ha promesso che cercherà «di trovare le forme di copertura che a oggi non sono risultate adeguate». Stesso impegno Ciaccia ha assunto sulla reintroduzione dell’Iva con aliquota ridotta sulle locazioni delle abitazioni di imprese, oggi limitata all’edilizia convenzionata.
L’ultimo punto toccato da Ciaccia è la volontà di puntare su un’edilizia ad alto rendimento energetico e a un housing sociale di qualità. In questo senso, il viceministro alle Infrastrutture ha detto di voler «favorire l’accesso al credito per l’acquisto della casa ad alta efficienza energetica».
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